Corre lungo una linea rossa tracciata idealmente dal presidente egiziano Al Sisi la forte tensione in queste ore in atto tra Egitto e Libia. Nelle scorse ore il rais de Il Cairo, in visita in una base militare non lontana dal confine libico, ha dichiarato senza mezzi termini che l’esercito egiziano potrebbe intervenire anche all’interno della Libia.
Questo se l’autorità che Il Cairo riconosce come legittima, ossia quella che fa capo al governo stanziato in Cirenaica ed il cui braccio militare è costituito dal Libyan National Army del generale Khalifa Haftar, dovesse richiederlo o dovesse subire ulteriori attacchi da parte delle forze vicine al governo che fa capo a Fayez Al Sarraj. E qui si arriva quindi a quella linea rossa che secondo Al Sisi non dovrebbe essere oltrepassata, ossia la porzione di territorio che riguarda la città di Sirte e la base di Al Jufra.
Queste due sono località strategiche ancora in mano ad Haftar, dopo che quest’ultimo ha dovuto di fatto evacuare la Tripolitania dopo le avanzate delle forze filo Al Sarraj. Le conquiste territoriali delle milizie vicine al governo di Tripoli sono state rese possibili grazie all’aiuto turco, con Ankara che in questi mesi ha fornito armi, soldi e soprattutto i mercenari siriani prelevati da Idlib.
Al Sisi ha fatto dunque intendere che se le mire di Al Sarraj e della Turchia dovessero andare oltre la Tripolitania e quindi mirare verso la Cirenaica, dove Haftar ha la sua base strategica, allora l’Egitto potrebbe valutare l’ingresso in guerra contro Tripoli. E dalla capitale libica la reazione non si è fatta attendere: “L'intervento negli affari interni libici e la violazione della sovranità – si legge in un comunicato diramato dal consiglio presidenziale libico – sono un atto ostile ed una dichiarazione di guerra”.
Parole quindi inequivocabili, che segnano una tensione molto forte tra Tripoli ed Il Cairo e che potrebbe essere il preludio a nuove escalation del conflitto libico. Secondo il governo di Al Sarraj, quanto dichiarato da Al Sisi potrebbe essere considerato alla stregua di un vero e proprio atto di guerra.
Il vero motivo della tensione riguarda soprattutto la forte influenza turca nell’ovest della Libia, che potrebbe in futuro riguardare anche tutte le varie altre province del Paese nordafricano. Ankara ed Il Cairo sono posizionate su due fronti diversi: il governo turco sostiene infatti i Fratelli Musulmani, organizzazione che invece Al Sisi ha subito messo al bando una volta insediatosi al potere. Uno scontro quindi che è stato trasferito sulla Libia, dove la Turchia sostiene Al Sarraj, il cui governo ha anche esponenti della fratellanza, mentre l’Egitto è uno degli sponsor principali del generale Haftar.
Viste le difficoltà
militari del numero uno del Libyan National Army, non è quindi da escludere, per bocca dello stesso Al Sisi, un diretto intervento egiziano qualora Al Sarraj e gli alleati turchi dovessero oltrepassare la linea rossa di Sirte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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