Un primo segno delle intenzioni della Casa Bianca era arrivato lo scorso luglio, quando su twitter Donald Trump aveva lasciato intendere di voler tornare indietro rispetto a quella decisione dell'amministrazione precedente che aveva permesso alle persone transessuali di servire liberamente nell'esercito, consentendo loro anche di seguire le terapie necessarie per la riassegnazione sessuale.
Una raffica di tweet che aveva trovato l'appoggio di una parte dei sostenitori del presidente, ma che dall'altra parte aveva lasciato di stucco il Pentagono, che aveva chiarito che sulla base di un "cinguettio" non avrebbe agito, diffonde un memo a uso interno nel quale Joseph Dunford, Capo dello stato maggiore congiunto, chiedeva agli ufficiali di continuare a "trattare tutto il nostro personale con rispetto" e di restare "concentrati sul compimento delle missioni".
Un atteggiamento di sfida quello dei vertici dell'esercito, seguito dalla decisione di un gruppo di soldati transessuali di portare in tribunale l'amministrazione Trump. Una risposta che tuttavia non ha fatto arretrare di un passo Trump, che ieri ha firmato un memorandum con il quale chiede all'esercito di non accettare transgender tra i ranghi e blocca intanto i fondi statali per le operazioni di riassegnazione sessuale, salvo per persone per cui il processo sia già in corso.
La scelta della Casa Bianca cancella un cambiamento che Obama aveva presentato come una conquista.
Resta ora aperta la questione dei transessuali che già servono nell'esercito. Nei prossimi mesi il dipartimento della Difesa dovrà decidere cosa fare, applicando criteri che vanno dalla "efficacia e forza letale", a questione legali e di budget.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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