Trump alle deputate dem straniere: "Tornate nel vostro Paese"

Bufera negli Stati Uniti dopo che Donald Trump, in un tweet, ha invitato le deputate democratiche di origine straniera a "tornarsene nei loro Paesi i cui governi sono una totale catastrofe"

Trump alle deputate dem straniere: "Tornate nel vostro Paese"

"Tornatevene a casa vostra". Questo, in sintesi, l'invito che il presidente Usa, Donald Trump, ha rivolto su Twitter a un gruppo di deputate del partito democratico. Beccandosi in cambio delle accuse di razzismo. "È così interessante vedere deputate democratiche 'progressiste', che sono originariamente venute da Paesi in cui i governi sono una completa e totale catastrofe, i peggiori, più corrotti e inetti al mondo (quando non hanno proprio un governo), dir ora ad alta voce al popolo degli Stati Uniti, la nazione più grande e potente sulla Terra, come il nostro governo deve essere gestito", ha scritto Trump prima dell'affondo vero e proprio, con l'auspicio che "tornino indietro" per "aiutare a sistemare i posti totalmente guasti e infestati dal crimine da cui provengono".

Anche Nancy Pelosi, speaker della Camera dei rappresentanti, è stato oggetto delle "attenzioni" del presidente Usa, che ha ironizzato come l'esponente democratica "sarebbe molto contenta di organizzarvi velocemente e gratuitamente il viaggio".

"Trump? Il presidente più corrotto della storia"

Parole, quelle di The Donald, che non sono passate inosservate. Nonostante non siano state citate espressamente, le quattro deputate progressiste democratiche a cui Trump si riferiva sono Alexandria Ocasio-Cortez, originaria del Porto Rico, l'afroamericana Ayanna Pressley, la figlia di immigrati palestinesi Rashida Tlaib e Ilhan Omar, nata in Somalia ed emigrata successivamente in Minnesota. Tutte fiere avversarie del presidente americano e tutte particolarmente battagliere sui temi dell'accoglienza e dell'integrazione. La loro replica è arrivata a stretto giro di posta.

Come quella di Ocasio-Cortez, astro nascente del partito democratico, che ha accusato Trump di essere "arrabbiato" non essendo in grado di concepire "un'America che ci includa". Per Ocasio-Cortez, il presidente non vuole "una nazione che metta al primo posto assistenza sanitaria e diritto all'educazione. Noi ci siamo". Mentre Ilhan Omar, di origini africane, ha scritto che "come membri del Congresso l'unico Paese su cui abbiamo giurato sono gli Stati Uniti. E lottiamo per difenderlo dal peggiore, più corrotto e inetto presidente della storia".

Sanders e Pelosi: "Trump xenofobo e razzista"

Altrettanto dire le risposte di due big del partito democratico Usa come Bernie Sanders e Nancy Pelosi. Lo sfidante di Hillary Clinton alle primarie dem del 2016 ha dichiarato: "Quando chiamo razzista il presidente, ecco a cosa mi riferisco. Dobbiamo lottare tutti insieme per la giustizia e la dignità prima di ogni altra cosa", mentre la speaker della Camera dei rappresentanti ha detto: "Respingo le parole xenofobe di Donald Trump, pensate per dividere la nostra nazione. Piuttosto che attaccare i membri dei Congresso, dovrebbe lavorare su politiche dell'immigrazione che riflettano i valori americani".

Trump: "Ogni volta ci chiamano razzisti"

Un vespaio di polemiche che Trump ha respinto con un altro tweet, definendo "una tristezza" vedere i democratici difendere persone che parlano così male del nostro Paese e che, inoltre, odiano Israele con una vera e sfrenata passione". Ogni volta che dialogano - ha continuato The Donald - chiamano i loro avversari razzisti.

Il loro linguaggio disgustoso e le molte cose terribili che dicono sugli Stati Uniti non devono passare incontrastate. Se il Partito democratico vuole continuare a tollerare un comportamento così vergognoso, non vediamo ancora di più l'ora di andare alle urne per il voto del 2020", ha concluso Trump.

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