Stati Uniti e Ungheria hanno in questi giorni siglato un’alleanza militare, quale segno di riavvicinamento tra tali Paesi dopo i difficili rapporti intercorsi all’epoca della presidenza Obama.
L’accordo di cooperazione nel settore della Difesa è stato sottoscritto, nella sede del ministero degli Esteri magiaro, da David B. Cornstein, ambasciatore americano nella nazione danubiana, e da Peter Szijjarto, capo della diplomazia ungherese. I media statunitensi hanno subito attribuito a tale intesa una “forte valenza antirussa”.
Mediante il protocollo in questione, Budapest autorizza infatti gli Usa a installare in territorio magiaro batterie missilistiche orientate proprio verso il gigante slavo, al fine di dissuadere Mosca, a detta di Cornstein, dal compiere “aggressioni” analoghe a quelle perpetrate nel 2014 in Crimea e nell’Ucraina orientale. Le installazioni offensive che saranno realizzate in Ungheria sono state quindi presentate dall’ambasciatore americano come un “efficace strumento di deterrenza”, diretto a scongiurare tentativi di espansione del Cremlino nell’Europa dell’est.
In cambio dell’accettazione della presenza di batterie missilistiche statunitensi sul proprio territorio, la nazione danubiana riceverà da Washington un contributo di 6 miliardi e mezzo di dollari, oltre alle più moderne tecnologie applicabili nel settore della Difesa.
Szijjarto ha subito indicato l’alleanza siglata in questi giorni come una dimostrazione della profonda amicizia nutrita da Donald Trump verso Viktor Orban, primo ministro di Budapest. Il ministro degli Esteri magiaro ha poi assicurato che, grazie all’attuale inquilino della Casa Bianca, le relazioni tra Stati Uniti e Ungheria torneranno solide e serene quali erano prima della presidenza Obama. Secondo l’esponente di Fidesz, il mandato dell’esponente democratico si sarebbe infatti caratterizzato per “continui attacchi verbali” di quest’ultimo nei confronti del premier Orban, accusato dal politico liberal di “leadership autoritaria” e di “odio verso i migranti”.
La comunanza di vedute tra Trump e il primo ministro magiaro è stata rimarcata dagli stessi media statunitensi.
Ad esempio, la Cnn sostiene che il riavvicinamento sul piano militare avvenuto in questi giorni tra Washington e Budapest sarebbe stato infatti favorito dalla “grande ammirazione” di Trump nei confronti sia della linea anticlandestini varata dal leader di Fidesz sia dell’appassionata difesa dell’identità cristiana dell’Ungheria e dell’Europa promossa dallo stesso Orban contro la crescente immigrazione islamica nel Vecchio continente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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