Quindici minuti, un lasso di tempo interminabile tra il violento sisma a largo di Sumatra e l’inizio della devastazione della terribile onda di tsunami che il 26 dicembre di dieci anni fa si abbatté sulle coste di quattordici paesi del sud est asiatico. A dieci anni da quella catastrofe naturale dello tsunami, il mondo intero si ferma per ricordare le 230mila vittime della gigantesca onda di maremoto che fu provocata dal terzo terremoto più potente mai registrato.
Il cataclisma inizia alle 7.58 dell’ora locale indonesiana, quando viene registrato un violento sisma di magnitudo 9.3 della scala Richter a circa 240 chilometri a largo delle coste di Sumatra, Indonesia, nelle profondità dell’Oceano indiano, nel punto di convergenza di due placche tettoniche. La scossa è durata otto minuti, un tempo infinito. Si è trattato del terzo terremoto più potente mai registrato, dopo quello del Cile del 1960 e dell’Alaska del 1964. A partire dai 15 minuti successivi le onde gigantesche hanno cominciato ad abbattersi, a cominciare dalle coste indonesiane, dove il bilancio dei morti è stato pesantissimo, 168mila vittime.
Il cammino di morte e distruzioni dello tsunami non si è fermato, le onde si abbattono sulle coste della Thailandia, dello Sri Lanka, dell’India meridionale e le isole Nicobare, le Maldive, fino a lambire l’Africa orientale, Somalia, Kenya e Tanzania. Onde alte fino a 20 metri, con una velocità di 700 chilometri all’ora, sono penetrate per chilometri nell’entroterra, trascinando dietro qualunque cosa incontrassero lungo il loro percorso, stabilimenti balneari, villaggi, persone. I testimoni raccontano di aver visto il mare ritirarsi di diversi chilometri prima che lo tsunami si abbattesse con tutta la sua violenza, ignari di quello che di lì a poco sarebbe successo.
I morti sono stati 230mila, tra cui 54 italiani, centinaia di migliaia i senzatetto, apocalittico lo scenario che si è presentato agli occhi dei soccorritori e al resto del mondo. Ma storia della tragedia dello tsunami è anche quella di una generosità senza precedenti da tutto il mondo ha permesso di salvare e dare un futuro a centinaia di migliaia di persone. È quanto testimonia il rapporto Lo tsunami, 10 anni dopo pubblicato nelle scorse settimane da Oxfam, in cui si sottolinea come la risposta a uno dei peggiori cataclismi degli ultimi decenni, abbia rappresentato un momento cruciale per il settore umanitario internazionale. Un bilancio drammatico (circa 5 milioni di persone colpite in 14 Paesi, 230mila vittime e 1,7 milioni di senza tetto) seguito da una straordinaria ondata di finanziamenti per far fronte all’emergenza umanitaria: 13,5 miliardi di dollari raccolti dalla comunità internazionale, di cui il 40% arrivati dalle donazioni di cittadini, fondazioni e imprese. La più ingente raccolta fondi dal settore privato della storia.
"Una risposta umanitaria di questa portata, non sarebbe mai stata possibile senza la straordinaria solidarietà e generosità dei cittadini di tutto il mondo. - spiega la direttrice generale di Oxfam International, Winnie Byanyima - Grazie a tutto questo, centinaia di migliaia di persone sono state in grado di ricostruire la loro vita con dignità".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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