Migliaia di turisti sono bloccati nei resort sul Mar Rosso, i voli delle compagnie aeree russe su Sharm el-Sheik sono stati cancellati per ordine del Cremlino e l’allerta sicurezza è massima. Non si può ancora affermare con certezza cosa sia stato a provocare la tragedia dell’A321 della low cost russa Metrojet e le indagini procedono con molta cautela. Ma la pista dell’ordigno a bordo, e quindi quella dell’attentato di matrice islamista, secondo molti esperti e 007 di diverse nazionalità, sembrerebbe essere la più plausibile, anche se su questa ipotesi rimane forte lo scetticismo delle autorità egiziane. A supporto di questa tesi sono arrivate in queste ore, inoltre, le rivelazioni del canale americano Nbc, che cita alcune intercettazioni raccolte dall’intelligence statunitense, nelle quali si sentirebbero i vertici dell’Isis esultare, a Raqqa, alla notizia del disastro aereo nei cieli egiziani.
Così, come fu dopo gli attentati del Bardo e di Susa, in Tunisia, sembra che il terrorismo islamico stia tentando ancora una volta di ridisegnare la mappa del turismo internazionale e di modificare le nostre abitudini. L’ottimo rapporto qualità-prezzo che aveva fatto negli scorsi decenni di Sharm el-Sheik una delle mete più amate dagli italiani, rischia oggi infatti, di trasformarsi in un mero ricordo. E, anche se Astoi Confindustria ha fatto sapere che nei giorni scorsi altri 250 italiani sono partiti per Sharm e che nei resort la situazione è tranquilla, c’è da scommettere che, dopo la tragedia dell’airbus, almeno per qualche tempo le cose non torneranno come prima. E che anche il turismo egiziano, come quello tunisino, corra il rischio di essere messo in ginocchio a causa del pericolo attentati. Infatti, sebbene le autorità italiane non abbiano ancora ufficialmente sconsigliato di recarsi in questo Paese, i collegamenti vengono effettuati col contagocce per via della sospensione dei voli da parte di molte compagnie. Il Codacons, inoltre, ha chiesto alla Farnesina di sospendere tutti i voli da e per Sharm el-Sheik, e di disporre rimborsi integrali per i passeggeri che avevano prenotato un biglietto per la meta turistica egiziana. Il ministero degli Esteri, da parte sua, ha consigliato per ora soltanto di limitare gli spostamenti verso l’Egitto e di consultare i tour operator.
Ma tra le mete considerate a rischio non c’è solo il Paese delle piramidi. Dopo Egitto e Tunisia, infatti, sono molte le destinazioni di vacanza ambite dai turisti del Bel Paese ad essere divenute rischiose. A chi aveva prenotato, ad esempio, una settimana di relax sulle spiagge di sabbia bianca delle Maldive, la Farnesina consiglia di posticipare il proprio viaggio. A causa delle recenti tensioni politiche, infatti, negli atolli dell’Oceano Indiano è stato dichiarato lo stato di emergenza su tutto il territorio almeno per i prossimi trenta giorni. A rischio sicurezza c’è poi anche la Turchia. Dopo l’attentato del 10 ottobre scorso ad Ankara, infatti, dove persero la vita oltre 100 persone, il livello di allerta anti-terrorismo è elevatissimo, ed un’allerta per possibili attentati sulle linee della metropolitana di Istanbul è stata diramata nelle scorse settimane dalle autorità turche. Agli italiani che si recano in Turchia la Farnesina raccomanda quindi massima prudenza e sconsiglia, per ovvie ragioni, le aree al confine con la Siria.
Tra i fattori di rischio, c’è anche l’instabilità politica. Per questo in Europa si consiglia prudenza in Montenegro e Moldova, dove sono in corso in queste settimane disordini e manifestazioni antigovernative. Per coloro che si recano a Chisinau, inoltre, è vivamente sconsigliato dalle autorità italiane, di recarsi in Transnistria, dove, ricorda tra l’altro la Farnesina, in caso di necessità non è possibile alcun intervento diretto del personale di ambasciata. Ai turisti che si trovano o che devono recarsi a Zanzibar invece, a causa dei sommovimenti che potrebbero verificarsi in seguito al possibile annuncio di nuove elezioni, è consigliato di evitare la località di Stone Town e di rimanere all’interno dei resort. In Nepal e Indonesia infine, il rischio per la salute dei turisti è dato dalle conseguenze del terremoto dello scorso 25 aprile, e, nel secondo caso, dai numerosi incendi che si sono verificati nel Borneo Indonesiano.
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