Fa discutere, in queste ore, un video che circola sui siti di controinformazione e che mostrerebbe un prigioniero filorusso crocifisso e bruciato vivo da alcuni componenti del battaglione "Azov", un reparto paramilitare ucraino inquadrato nella Guardia Nazionale ucraina.
Nel video, girato di notte in quella che sembra la campagna ucraina, si vedono cinque uomini in divisa militare che circondano una sesta persona inginocchiata, con pantaloni mimetici e una maglia viola, con le mani legate dietro la schiena. Lo fanno stendere a terra e, chini su di lui, lo legano ad una croce in legno. La croce viene infissa nel terreno e innalzata: quindi alla base viene appicato un fuoco che divampa molto velocemente, come se fosse stata versata della benzina. Le fiamme divampano fino a lambire i piedi dello sfortunato prigioniero, quando il video si interrompe d'improvviso.
Il battaglione Azov, formato da nazionalisti ucraini e accusato di simpatie neonaziste, si è guadagnato la reputazione di unità disposta a tutto pur di combattere i filorussi nelle regioni orientali dell'Ucraina, non esitando ad accogliere anche volontari stranieri. Il video è stato fatto circolare dal gruppo di hacker filorussi CyberBerkut.
Scene di persone bruciate vive, probabilmente ad opera dei nazionalisti ucraini, si erano già viste durante la scorsa primavera a Odessa, sul Mar Nero.
Tuttavia restano molti dubbi sull'autenticità del video, sia perché il filmato non mostra effettivamente l'esecuzione dell'uomo, sia perché i media ufficiali russi non hanno ancora ripreso la notizia. Dalle autorità della Repubblica popolare di Donetsk, filorussa, non sono ancora state rilasciate dichiarazioni ufficiali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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