Le truppe governative e i miliziani filorussi si contendono dallo scorso aprile le regioni del sud-est ucraino in un conflitto in cui hanno finora perso la vita almeno 5.486 persone, mentre 12.972 sono rimaste ferite. Secondo le Nazioni Unite, i profughi interni sono quasi un milione, mentre altri 600.000 abitanti del Donbass hanno cercato rifugio all’estero, soprattutto nella vicina Russia. A settembre i ribelli controllavano circa un terzo delle regioni di Donetsk e Lugansk, ma da allora avrebbero conquistato altri mille chilometri quadrati di territorio.
Debaltseve e dintorni
I separatisti stanno accerchiando i militari ucraini attorno a questo importante snodo ferroviario a metà strada tra i baluardi ribelli di Donetsk e Lugansk. Secondo i miliziani, i soldati circondati sarebbero tra 5.000 e 8.000. Solo ieri 19 militari sono morti nella "sacca" di Debaltseve (nella zona di Ostraia Moghila).
Mariupol
La Guardia nazionale ucraina e i volonatari ultranazionalisti dei battaglioni pro-Kiev hanno lanciato ieri una controffensiva a est e nord-est di questa importante città portuale sul Mar Nero controllata dai governativi. E il battaglione Azov ha
annunciato di aver strappato ai ribelli il controllo di tre cittadine: Shirokine, Pavlovo e Kominternovo. Per guidare l’operazione è arrivato nella zona il segretario del Consiglio di sicurezza di Kiev, Oleksandr Turcinov.
Donetsk
Si tratta della principale roccaforte dei separatisti, che ne hanno preso l’aeroporto (o quel che ne resta) a gennaio dopo circa 8 mesi di combattimenti. Donetsk resta però una città vicinissima al fronte ed è martoriata praticamente ogni giorno da bombardamenti di artiglieria che mietono numerose vittime tra i civili.
Lugansk e dintorni
Combattimenti sono in corso anche a nord di Lugansk, soprattutto nelle zone di Stanitsia Luganska e Shastia.
Popasna
I ribelli sono all’attacco anche nei dintorni di questa cittadina a ovest di Lugansk.
Crimea
La penisola russofona sul Mar Nero non è interessata dal conflitto nel sud-est ucraino. La Russia l’ha strappata a Kiev nel marzo scorso con un’operazione militare e un controverso referendum attirandosi le ire dell’Occidente e le prime sanzioni.
Secondo alcuni analisti, Mosca vorrebbe creare un corridoio di terra nel sud-est ucraino per unire la Russia alla penisola.
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