Negli Stati Uniti ha fatto di recente la sua comparsa sul mercato un’azienda specializzata nella realizzazione di abiti sportivi “conformi ai precetti islamici”.
La neonata ditta si chiama ASIYA ed è stata fondata a Minneapolis da Fatimah Hussein, donna di origini somale emigrata negli Usa all’età di sei anni insieme alla propria famiglia, e dal suo fidanzato Jamie Glover. Il settore di vendita scelto dalla casa di moda in questione è quello degli indumenti femminili per gare agonistiche rispettosi del principio coranico della “modestia nel vestire”.
Obiettivo di ASIYA è realizzare prodotti che consentano alle donne aderenti alla fede in questione di assecondare le proprie passioni sportive preservando contestualmente il proprio “orgoglio islamico”. Con l’intento di fornire alle musulmane americane un abbigliamento sia adatto a fare sport a livello agonistico sia conforme alle prescrizioni maomettane, l’azienda tessile ha di conseguenza pubblicizzato ultimamente delle“tute munite di confortevoli hijab”.
Tra le creazioni di Fatimah Hussein figurano, ad esempio, abiti da corsa e da tennis dotati del tradizionale copricapo musulmano, realizzato con materiale traspirante e quindi in grado di non surriscaldare la testa delle atlete. A questi vestiti si aggiungeranno presto, assicura la stilista di origini somale, tanti altri capi d’abbigliamento “appropriati all’identità religiosa di coloro che li indossano”.
Oltre a promuovere l’“orgoglio islamico” delle donne mediante le creazioni della sua azienda, la Hussein difende il diritto alla “specificità culturale” delle cittadine americane di credo maomettano anche attraverso la propria associazione Girls Initiative in Recreation and Leisurely Sports (G.I.R.L.S). L’attivismo dell’imprenditrice di origini somale le ha però subito procurato feroci critiche da parte degli ambienti conservatori Usa.
Contro la trovata dell’abbigliamento agonistico “celebrativo dell’identità islamica” si è infatti immediatamente scagliata l’emittente Fox News. Martha MacCallum, volto noto di quest’ultima, ha appunto bollato la linea di indumenti sportivi ideata dalla Hussein come finalizzata a “invogliare le donne islamiche presenti in America a distanziarsi ancora di più dal resto della società”.
Secondo la giornalista di ispirazione conservatrice, la messa sul mercato di tute munite di hijab invoglierebbe le persone di credo coranico ad abbandonare un serio percorso di integrazione, in quanto le convincerebbe che“non vi è alcuna differenza tra gli Usa e i Paesi islamici, dove abbondano veli e burqa.”- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.