"Violazione dei diritti umani", Breivik fa causa al governo

Anche dopo il trasferimento dal carcere di Telemark le condizioni del detenuto non sarebbero cambiate

"Violazione dei diritti umani", Breivik fa causa al governo

Anders Behring Breivik, autore degli attacchi terroristici compiuti il 22 luglio 2011 in Norvegia a seguito dei quali morirono 77 persone, è pronto a intentare una nuova causa nei confronti del governo del proprio Paese.

Condannato nel 2012 a 21 anni di carcere, vale a dire quella che allora era la pena più severa prevista dalla legge norvegese, il 43enne ha trascorso dieci anni in regime di isolamento senza mai avere alcun contatto con altri detenuti. Una condizione ritenuta inaccettabile dallo stesso Breivik e dal suo legale Oystein Storrvik, il quale giovedì scorso, stando a quanto riferito dall'Aftenposten, avrebbe depositato specifica istanza al ministero della Giustizia norvegese facendo leva sul principio di violazione dei diritti umani.

L'uomo era stato trasferito nel penitenziario di Ringerike all'inizio del 2022, tuttavia la propria condizione di isolamento totale non aveva subito alcuna modifica rispetto alla precedente esperienza carceraria. "Non ha contatti con nessuno, a parte le guardie carcerarie", ha infatti dichiarato l'avvocato Storvvik all'agenzia di stampa norvegese Ntb. Ecco in sostanza il motivo per il quale il ministero della Giustizia, sotto la giurisdizione del quale sta il servizio penitenziario nazionale, sarà citato in giudizio.

Dopo aver partecipato lo scorso gennaio a un'udienza nella quale venne rispedita al mittente la richiesta di ottenimento della libertà vigilata, a causa dell'elevato rischio di reiterazione del crimine riconosciuto dai giudici , Anders Breivik potrebbe presto ricomparire dinanzi a un tribunale. Verrà pertanto determinato ancora una volta se il trattamento ricevuto all'interno del penitenziario costituisca o meno una violazione dei diritti umani.

Il legale del 43enne ritiene che il prolungato isolamento violi l'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, in cui viene sancito che nessuno debba essere sottoposto a "tortura" o "trattamento o punizione inumani o degradanti". Al contempo, le restrizioni ai contatti con il mondo esterno sono valutate come una esplicita violazione dell'articolo 8, in cui viene affermato che ogni individuo ha diritto alla privacy e alla vita familiare.

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