Un violento terremoto ha colpito l'Afghanistan. Se in un primo momento si parlava di 280 vittime, un numero già elevato, adesso l'ultimo bilancio appare ancora più drammatico: i morti sarebbero almeno 920, ma sotto le macerie potrebbero esserci ancora decine di persone. La scossa è stata registrata alle 21:54, ora italiana, quando nel luogo dell'epicentro era già notte fonda.
Così come riportato da Usgs, l'istituto geologico degli Stati Uniti, il sisma ha avuto una magnitudo di 5.9 Richter. Un'intensità paragonabile a quella del sisma di Amatrice dell'agosto del 2016. Non si è trattato di uno dei più forti terremoti dell'area, soggetta di frequente a scosse di intensità molto più elevata, tuttavia la profondità di appena 10 km potrebbe aver influito sull'alto livello di devastazione fino ad ora riscontrato.
L'area del terremoto
L'epicentro è stato localizzato a 46 km a sud ovest di Khost, capoluogo dell'omonima provincia che si trova nella parte orientale del Paese. La scossa si è sviluppata in un punto molto vicino al confine con il Pakistan e, per la precisione, con il distretto di Shirani, nella regione del Belucistan.
Una zona come detto tormentata nella storia da diversi forti terremoti. Il più forte dei quali, in epoca recente, è stato registrato il 29 ottobre del 2008 nella parte pakistana del confine ed è passato alla storia per l'appunto come “terremoto del Belucistan”. In quel caso la magnitudo ha raggiunto un'intensità pari a 6.4 della scala Richter ed ha provocato 215 morti.
Diversi distretti in emergenza
Il sisma odierno ha interessato maggiormente il territorio afghano. Khost, con i suoi oltre centomila abitanti, è la città più vicina all'epicentro. Ma i danni maggiori sarebbero localizzati soprattutto nei villaggi a sud del capoluogo della provincia. Si tratta di territori impervi, difficili da raggiungere e dove le costruzioni non rispecchiano alcuna normativa anti sismica.
Da qui i timori di un bilancio molto più grave di quello attuale. Sarebbero al momento 920 le vittime registrate, numero reso noto da ToloNews, la quale ha intervistato il vice ministro delle emergenze del governo talebano, Sharafuddin Muslim. Ci sarebbero però almeno 600 feriti e decine di dispersi sotto le macerie. Le squadre di soccorso afghane potrebbero non essere preparate a un evento di tale portata e non essere presenti in numero sufficiente. Possibile quindi che alcuni soccorritori vengano inviati dal Pakistan. Non a caso il premier pakistano, Shahbaz Sharif, è stato tra i primi a esprimere il proprio cordoglio e ha promesso aiuti al Paese confinante.
Oltre alla provincia di Khost, a essere interessati dal terremoto sono i distretti di Barmal, Ziruk, Naka e Gayan della provincia di Paktika. È proprio in quest'ultima provincia che si conterebbe, secondo l'agenzia cinese Xinhua, il maggior numero di vittime e di feriti.
Un sisma in un momento delicato per il Paese
Il terremoto ha colpito un Afghanistan già in difficoltà dopo il ritorno dei talebani al potere lo scorso 15 agosto. Il Paese è sottoposto di fatto a un importante isolamento internazionale, visto che il governo degli studenti coranici non è stato riconosciuto nonostante diversi colloqui svolti tra Kabul e diversi attori stranieri, tra cui Russia, Cina e la stessa Europa. Ma le riserve monetarie lasciate dal precedente governo sono congelate, nelle banche locali i soldi arrivano con il contagocce.
La popolazione sopravvive grazie soprattutto ad alcuni aiuti che arrivano dall'estero, l'economia è però sostanzialmente bloccata. Il terremoto potrebbe quindi incidere ulteriormente, sia nelle province colpite, controllate dalla scorsa estate dai talebani, che nel resto del Paese. Papa Francesco, nel corso dell'udienza del mercoledì, ha espresso il proprio cordoglio all'Afghanistan. "Prego - ha detto il pontefice - e sono vicino all'intera popolazione afghana".
Non è la prima volta che una forte scossa va ad incidere durante uno dei tanti momenti delicati della storia afghana. Nel 1998 un sisma di magnitudo 6.
1 ha devastato il nord est del Paese, all'epoca l'unica zona non controllata dai talebani e in mano all'Alleanza del Nord del generale Massoud nel contesto della guerra civile tra quest'ultimo e gli studenti coranici. Il terremoto in quell'occasione ha provocato più di 4.500 vittime.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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