Da Montecarlo a Monti, Tulliani si salva e ringrazia

Il cognato di Fini si salva: non dovrà pagare la tassa sulle case all’estero, perché l’alloggio è intestato a una società off shore

Da Montecarlo a Monti,  Tulliani si salva e ringrazia

Roma - Elisabetta Tulliani, domenica scorsa in Senato per ascoltare il concerto di Natale, Mario Monti ce l’aveva seduto proprio accanto, alla sua sinistra. E chissà se lì, in ghingheri e in prima fila tra oboi e violini, la bionda consorte di Gianfranco Fini ha avuto modo di sussurrare almeno un «grazie» al sobrio premier. Pensando, naturalmente, al tutto fuorché sobrio fratello Giancarlo. Già, perché il governo Monti ha di fatto graziato il cognatino di Fini con pied-à-terre monegasco. Nel maxiemendamento del governo alla manovra lacrime e sangue, è infatti spuntata una norma che introduce una patrimoniale sugli immobili detenuti all’estero.
Ma la norma, articolo 13 e seguenti, recita che «A decorrere dal 2011 è istituita una imposta sul valore degli immobili situati all’estero, a qualsiasi uso destinati, dalle persone fisiche residenti nel territorio dello Stato». Fiuuu. «Persone fisiche», dice la legge e non «persone giuridiche». Il che vuol dire che la società Timara Ltd, proprietaria dell’appartamento di 70 metri quadrati più terrazzo in Boulevard Princesse Charlotte e in uso a Giancarlo Tulliani, resta esente da qualsiasi tassazione. In verità il parente di Fini sarebbe in ogni caso sfuggito alle ganasce del fisco italiano anche se nella manovra si fossero colpite pure le «persone giuridiche». La Timara Ltd infatti è una società off-shore con sede in Santa Lucia, nei Caraibi. Ma vediamo, alla luce delle nuove norme, quanto avrebbe dovuto pagare monsieur Tulliani che, a quanto afferma il governo di Santa Lucia, è l’effettivo titolare della società proprietaria dell’immobile monegasco. Poco più che una miseria visto che all’articolo 15 del maxiemendamento c’è scritto che «L’imposta è stabilita nella misura dello 0,76 per cento del valore degli immobili». E poi: «Il valore è costituito dal costo risultante dall’atto di acquisto o dai contratti...».
E in questo caso l’eventuale sorriso del giovane Tulliani si sarebbe potuto trasformare in un ghigno beffardo posto che «l’atto d’acquisto e i contratti» parlano chiaro. L’appartamento di Montecarlo, nell’estate del 1999 donato per testamento ad Alleanza Nazionale dalla contessa Anna Maria Colleoni, è stato venduto dal partito alla società Printemps Ltd nel 2008 per una cifra assolutamente ridicola: 300mila euro. Poco dopo, la Printemps ha venduto a sua volta l’immobile alla Timara Ltd per 330mila euro. In base ai contratti, quindi, il proprietario di quell’immobile (che per il governo dell’isoletta dei Caraibi è Tulliani, ndr), potrebbe pagare circa 2.500 euro l’anno di nuova tassa.
Se poi, per assurdo, non si trovassero più i documenti che attestano il valore assolutamente bizzarro della compravendita, allora la storia sarebbe diversa. La nuova legge infatti dice che, «in mancanza dell’atto di acquisto o dei contratti» il valore è costituito dal «valore di mercato rilevabile nel luogo in cui è situato l’immobile». E Montecarlo è Montecarlo.
L’estate scorsa la Chambre Immobilière Monegasque, ovvero l’associazione degli agenti immobiliari del principato, aveva stimato il valore di quell’alloggio tre volte tanto rispetto a quello dichiarato negli atti. Non meno di 900mila euro, quindi.

E ad oggi l’appartamento in uso al cognato di Fini vale più o meno tra il milione e mezzo e i due milioni di euro e l’appartamento gemello di Princesse Charlotte è in vendita, non ristrutturato, alla cifra di un milione e duecento mila euro. Su queste cifre, la tassa sul mattone fuori dai confini sarebbe quindi ben più pesante: poco più di 9mila euro l’anno. Ma non per Tulliani. «Merci beaucoup, monsieur Monti».

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