Dal monumento dedicato a Craxi alla dichiarazione di «Comune de-dipietrizzato». Il prossimo progetto: una statua a Dante Alighieri, prima vittima di Tangentopoli Tutte le sfide del «craxiano di ferro»

Le iniziative «impossibili» promosse (e vinte) da Lucio Barani, deputato del Nuovo Psi e sindaco di Villafranca dopo essere stato per quattordici anni primo cittadino di Aulla

Dal monumento dedicato a Craxi alla dichiarazione di «Comune de-dipietrizzato». Il prossimo progetto: una statua a Dante Alighieri, prima vittima di Tangentopoli Tutte le sfide del «craxiano di ferro»

(...) dovrà per forza culminare in Italia.
D’altronde Barani, in tempi assolutamente insospettabili, a Craxi ha rivolto molto più di una generica attenzione: gli ha fatto addirittura un monumento, inaugurato nel 2002 nella piazza principale di Aulla, in memoria dello statista e anche di tutte le vittime di Tangentopoli. Un paio di mesi prima della morte di Bettino, nell’ottobre del 1999, il sindaco si era recato, con una delegazione di consiglieri comunali, ad Hammamet per consegnare al «suo» leader il conferimento della cittadinanza onoraria di Aulla.
La visita, nel momento forse di maggiore criminalizzazione mediatica e popolare di Craxi e dei socialisti, aveva suscitato parecchio scalpore e rovesciato sul promotore fino ad allora semisconosciuto una notorietà «bipartisan», odio-amore. Più odio che amore, naturalmente. Rinfocolato quando Barani dichiarò Aulla primo «Comune de-dipietrizzato», e quando annunciò l’intenzione di recarsi in Tunisia per impadronirsi delle ceneri di Craxi, trasferirle «doverosamente» (ancorché clandestinamente) in Italia e darne degna sepoltura.
Eppure, Barani, all’epoca, ne aveva già combinate altre, di apparenti stravaganze, destinate magari a essere sdoganate e copiate in altre zone del Paese per diventare, solo a quel punto, politicamente corrette. Come l’istituzione del consiglio comunale dei giovani e del relativo sindaco-baby (1992), definita, dallo stesso ideatore, un’operazione di «vaccinazione civica».
Al 1997 risale invece il «decreto antiprostituzione», fatto approvare dal consiglio comunale di Aulla. Gli effetti, è confermato dai fatti, durano tuttora: da quelle parti, signore di compagnia e clienti sono letteralmente spariti. Sono bastati due cartelli e, soprattutto, le ripetute incursioni di agenti della polizia municipale e carabinieri per convincere i frequentatori del mercato stradale del sesso a pagamento a desistere. Solo due le proteste: di «Regina», noto transessuale animatore di feste vip al peperoncino, e di un’amica di Vladimiro Guadagno, alias onorevole Vladimir Luxuria, a quel tempo ancora sconosciuto ai più. La ragione della duplice contestazione era molto semplice, anche se altrettanto curiosa: Barani era colpevole di aver discriminato «solo» le prostitute, mentre aveva ignorato, declassandoli, i transgender!
Ma il sindaco già pensava ad altro. Ad esempio, a dedicare agli animali domestici il «Cimitero degli affetti» (anno 1998) e a dare impulso al «Premio Lunezia», avviato nel 1994 nel più generale scetticismo e consolidato invece negli anni come uno dei più significativi riconoscimenti agli artisti internazionali. Anche per questa «creatività» applicata alla politica amministrativa, un piccolo centro come Aulla - 10mila abitanti, provincia di Massa Carrara, ma con le radici in quella Lunigiana che è terra di confine geografico, sociale e caratteriale fra Toscana e Liguria - comincia a ritagliarsi un ruolo impensato e impensabile.
Barani, vulcano di idee, non si ferma un attimo, e mette in atto l’ennesima provocazione (così la definiscono i detrattori) che per lui, invece, è vera e propria «sveglia alle coscienze intorpidite dal conformismo»: concede la cittadinanza onoraria al «cromosoma XY (quello maschile) di Casa Savoia», in considerazione del fatto che ai maschi della schiatta non è consentito, al contrario delle femminucce, l’ingresso in Italia. «Me l’ha copiata, questa - dirà poi il sindaco di Aulla -, proprio lo Stato italiano, quando, anni dopo, ha aperto le porte a Vittorio Emanuele e famiglia. Avevo ragione io, che ancora una volta sono stato il primo a spronare chi di dovere».
Comunque sia, l’avventura continua: nel 2004 Barani inaugura il monumento al «pirata» Marco Pantani, nella stessa piazza dove era partita la tappa del Giro d’Italia che fu teatro delle gesta dello sfortunato campione del ciclismo. Non è finita: fa allestire, a Natale, l’albero di Natale con tanto di addobbi e luci nei cimiteri della zona, «a significare la continuazione della vita».
Le ultime sfide sono recentissime: il riconoscimento della necessità di un «terzo bagno» per transgender a Palazzo Montecitorio, sede della Camera di cui ora fa parte anche Luxuria. Spiega Barani, che ha indirizzato una specifica istanza al presidente Fausto Bertinotti: «Se mi avessero dato retta subito, non si sarebbe scandalizzata Elisabetta Gardini, deputato di Forza Italia, quando s’è trovata di fronte il/la parlamentare nel locale dei servizi femminili».
Nel frattempo, in attesa di vincere la partita per il bagno uso-transgender, l’onorevole Barani ha vinto quella contro Rete ferroviaria italiana che da qualche mese è costretta a rallentare i convogli fino a 20 chilometri all’ora sulla linea Parma-Mare per non danneggiare con le vibrazioni l’antico castello Malaspina che alloggiò Dante Alighieri.
A proposito, l’«ultima» di Barani è di...

domani ed è riferita proprio al Sommo Poeta: per il deputato-sindaco, Dante fu una delle prime vittime di Tangentopoli, nel senso che venne colpito da ingiuste accuse di «ruberie per sé e i familiari» come «amministratore civico» di Firenze. «Più che giusto - annuncia Barani - rivalutarlo di fronte alla Storia». Come Craxi. Con un monumento. Che verrà inaugurato il 5 gennaio prossimo a Villafranca. Ad Aulla, ormai, non c’era più posto.

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