Morta Susannah York, per tutti la dolce e bella «mamma di Superman»

L'attrice londinese è stata stroncata a 72 anni da un tumore. Recitò a fianco di Alec Guinnes in «Whisky e gloria», quindi con registi come Huston, Zinnemann, Aldrich e Pollack. Divenne famosa nel 1978 interpretando Lara Lor-Van, madre di Kal-El, nome «cryptoniano» del supereroe in calzamaglia rossa e blu

È morta a 72 anni, compiuti da pochi giorni, la «mamma di Superman», l'inglese Susannah York, ottima attrice di teatro diventata famosa interpretando Lara Lor-Van, madre di Kal-El, nome «kryptoniano» di Clark Kent. La York è stata stroncata da un tumore che l'aveva colpita anni fa, come ha riferito alla stampa dal figlio Orlando Wells.
L'attrice, il cui vero nome era Susannah Yolande Fletcher, era nata a Londra il 9 gennaio 1939 e aveva ottennuto nel 1960 la sua prima parte importante in «Whisky e gloria». Nel film sosteneva la parte di Morag, figlia dell'irruento e ubriacone colonnello Jock Sinclair, interpretato dal grande Alec Guinness. Poi altre pellicole dirette da registi del calibro di John Huston, Fred Zinnemann e Robert Aldrich. Nel 1969 si guadagna una nomination all'Oscar come miglior attrice non protagonista nella parte di Alice, una delle concorrenti della maratona di ballo di «Non si uccidono così anche i cavalli» (They Shoot Horses, Don't They?), di Sydney Pollack. Nel cast anche l'eclettico Gig Young, uno dei «re della commedia brillante» qui in un inaspettato ruolo drammatico, e Jane Fonda. L'anno dopo è una più che convincente Jane Eyre, a fianco di Geoge Scott, nel film tratto dal romanzo di Charlotte Brontë. Poi nel 1972 lavora in «Images» con regia di Robert Altman, nel 1978 in «L'australiano» (The Shout), di Jerzy Skolimowski e in «L'amico sconosciuto (The Silent Partner) di Daryl Duke.
Sempre nel 1978 il grande successo come Lara Lor-Van, moglie di Jor-El e madre di Kal-El, rispettivamente Marlon Brando e Christopher Reeve, in «Superman», fumettone di ottima fattura che vedeva la partecipazione anche di Gene Hackman, nella parte di Lex Luthor, l'eterno rivale del supereroe. Il film, che ebbe poi altri tre seguiti (semplicemente Superman II, III e IV), era tratto dai fumetti realizzati a partire dal 1938 da Jerry Siegel e Joe Shuster. Le strisce arriveranno già l'anno dopo in Italia, dove il personaggio verrà chiamato «Uomo d'acciaio» o «Nembo Kid».
La storia è nota: Jor-El scopre che il pianeta Krypton su cui vive sta per finire ingoiato dal suo sole rosso. Decide quindi di mettere in salvo il figlio Kal-El su una piccola astronave che viaggia attraverso l'universo e atterra sul nostro mondo. Qui il sole giallo lo dota di superpoteri: superforza, superudito e supervista. Resistente a qualsiasi temperatura, può anche volare e risulta invulnerabile a ogni tipo di proiettile e al fuoco. L'unico suo punto debole: le radiazioni dei frammenti del suo pianeta che sulla terra diventano la micidiale, per lui, «kryptonite verde». I genitori oltre che nel corso delle scene iniziali del film, compariranno anche durante la vita terrena del figlio, sotto forma di «video» in cui gli narreranno la sua origine.
La pellicola ebbe un successo clamoroso in tutto il mondo, tanto da generare altri tre capitoli della saga. Nel secondo, uscito nel 1980, Susannah York tornò a recitare sempre sotto forma di «video» nel ruolo della «mamma», mentre Brando uscì di scena, pare perché troppo esoso nella richiesta del cachet. Non presente nel terzo episodio del 1983, la York tornò, ma solo in voce, nella quarta puntata del 1987.
Superman non portò però fortuna alla bella e brillante attrice londinese, che nel 1980 interpretò il film horror la «39° eclisse», in inglese «The Awakening», il risveglio, per poi sparire. Si rivide sul grande schermo solo 13 anni dopo, grazie a Carlo Vanzina che la volle in una piccola parte in «Piccolo grande amore». Una sorta di «remake» di «Vacanze romane» con la solita principessa che si innamora di un plebeo, anche se affascinante come Raul Bova.

Susannah York sarà la regale regina madre Cristina, ruolo non certo memorabile nella sua carriera. Scomparsa dalle scene, ha dovuto poi combattere a lungo con un tumore che il 15 gennaio ha avuto alla fine ragione di lei.

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