Il primo alfiere tedesco di colore e la strana coppia americana

I simboli sportivi di un Paese, ma anche di altri significati: il coming out dell'inglese e la venezuelana che non gareggia

Il primo alfiere tedesco di colore e la strana coppia americana
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Onore, orgoglio, soddisfazione: quello che proveranno gli alfieri portando la bandiera stasera nella cerimonia di apertura. Non c'è momento più emozionante per un atleta olimpico. Non sarà solo sventolare il tricolore, ma è il traguardo di una vita: vieni scelto per rappresentare unitamente il tuo Paese. Ed è un incarico, giustamente, per pochi eletti.

Per l'Italia l'onore a Parigi 2024 è ricaduto sull'altista Gianmarco Tamberi e sulla schermitrice Arianna Errigo, due campioni olimpici. Così diversi Gimbo e Ary: lui, esuberante e istrionico, è resuscitato sportivamente dopo un terribile infortunio alla caviglia che ne ha compromesso la carriera vincendo il titolo a cinque cerchi; lei, più mite e riservata ma altrettanto grintosa in pedana, che è alla prima Olimpiade da mamma ed è rinata sotto il segno dei gemelli (Mirea e Stefano).

Ci sono tante storie dietro i portabandiera. I padroni di casa della Francia hanno scelto una discobola, Mélina Robert-Michon, alla settima presenza ai Giochi, quasi un record assoluto per l'atletica, visto che in questo sport solo il marciatore spagnolo Jesus Angel Garcia ha fatto meglio con otto presenze, da Barcellona 1992 a Tokyo 2020. E il nuotatore Florent Manaudou, oro a Londra e argento a Rio, fratello di quella Laure rivale in vasca (ma non solo) della Pellegrini.

In Italia, uno dei requisiti fondamentali per poter essere scelto dal Coni è quello del titolo olimpico. La Germania ha preso un'altra strada, anzi un'autostrada, lanciando un messaggio forte: il portabandiera uomo sarà Dennis Schroeder, primo alfiere nero tedesco. Sono lontani i tempi di Berlino '36 in cui Hitler osservava indispettito le vittorie di Jesse Owens, atleta di colore, che vinceva 4 ori e finiva davanti a Luz Long, biondo con occhi azzurri, nel lungo. Quella di Schroeder non è stata una infanzia semplice: «I primi 15 anni della mia vita li ho odiati, ovunque mi girassi ero l'unico bambino nero. A scuola o per strada mi guardavano tutti come fossi un extraterrestre». Adesso tutta la Germania guarderà lui. Lo farà da lassù pure papà Axel, andato via prematuramente, che era il primo tifoso di Dennis e che lo ha spinto a non fermarsi e a credere nei sogni.

E che dire del tuffatore inglese Tom Daley, portabandiera contro i pregiudizi? A soli 30 anni, Parigi rappresenterà la quinta Olimpiade. Daley è noto per passare il tempo tra un tuffo e l'altro lavorando a maglia, ma anche per aver fatto coming out. È sposato e ha due figli.

Fra gli altri portabandiera di peso, gli Usa schierano il re del basket LeBron James con la giovane tennista Coco Gauff. Il Qatar la stella del salto in alto Barshim, già oro con Tamberi a Tokyo: i due simboli dello sport mondiale si ritroveranno a sfilare per il proprio Paese per la prima volta. Ancora insieme, nello stesso giorno. Che meraviglia.

La Grecia si affiderà a un altro cestista: Giannis Antetokounmpo. Ma ci sarà, curiosamente, anche un'atleta che non gareggerà qui in Francia: la venezuelana Yulimar Rojas, triplista, seppur infortunata sventolerà la bandiera della sua Nazione.

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