Luca Tafuni, portavoce del «Comitato Jenner Farini» mostra quasi sorridendo un sms arrivatogli ieri mattina alle 4.24 da un residente di viale Jenner. «È di una residente: stamattina (ieri per chi legge) si è svegliata a questora, a causa della chiamata del muezzin... Ma la signora non è di fede islamica e... Capirete bene...».
La provocazione è, come sempre, pacata e distinta per toni e modi. Non per questo, però, non vuole essere incisiva e merita una risposta visto che dalle promesse iniziali sono già trascorsi due anni. Due anni scanditi da cinque preghiere giornaliere in strada (la prima, alle 5 del mattino, viene annunciata dal muezzin con il megafono intorno alle 4.20). Due anni durante i quali il Comune di Milano non è purtroppo ancora riuscito a trovare una soluzione, una sede per la preghiera dei frequentatori del centro islamico di viale Jenner dopo lintervento (peraltro molto apprezzato dai residenti della zona) del ministro dellInterno Roberto Maroni. Che, nel 2008, era entrato a gamba tesa nella spinosa questione trovando una soluzione provvisoria solo per la preghiera delle venerdì alle 13, che sarebbe dovuta tenersi al Palasharp. E pregando i vertici di Palazzo Marino di trovare al più presto una location adatta alla spiritualità dei musulmani, ma badando anche e soprattutto alle problematiche dei milanesi. Risultato: da allora i musulmani, il venerdì alle 13, continuano disciplinatamente (quel che è giusto è giusto) ad andare a pregare al Monte Stella. Mentre il Comune temporeggia: al momento ci sarebbero problemi che non permettono di risolvere la soluzione in tempi brevi..
Ieri mattina decine di residenti - che hanno fondato il «Comitato Jenner Farini» (www.jennerfarini.
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