Mostre, quando scatta Nuvolari

Il campione era anche fotografo: una grande retrospettiva a Mantova  dal 17 settembre al 18 dicembre, nelle fruttiere di Palazzo Te

C'è la moglie Carolina, incinta, davanti alla corte agricola di famiglia a Castel D'Ario; ci sono i due figli Alberto e Giorgio, scomparsi a 18 anni; e c'è lui, Tazio Nuvolari, l'asso degli assi, su un fuoribordo assieme all'amico Learco Guerra, la Locomotiva umana, altro mito dello sport italiano. Sono solo alcuni degli scatti inediti di un Nivola non solo campione del volante ma anche abile fotografo che sono in mostra da giovedì 17 settembre e sino al 18 dicembre, nelle fruttiere di Palazzo Te. È il fulcro della mostra 'Quando scatta Nuvolarì, curata dal giornalista Gianni Cancellieri e da Adolfo Orsi e promossa dalla Fondazione Banca agricola mantovana in collaborazione con il Comune di Mantova e che vede esposte anche alcune auto che contribuirono alla costruzione del mito del Mantovano volante. Oggi a palazzo Te vi è stata la vernice dedicata alla stampa che precede l'inaugurazione di domani e l'apertura al pubblico da giovedì. La mostra si basa su oltre 300 fotografie inedite che fanno parte di 2.575 immagini scattate da Nuvolari dal 1938 in poi, ritrovate e digitalizzate. «Ne esce un Nuvolari inedito - ha spiegato Cancellieri -, l'asso degli assi che oltre ad essere stato un grande campione si rivela anche un uomo dall'animo sensibile e dallo sguardo acuto del cronistà. Tante le immagini della sua famiglia, soprattutto dei due figli morti giovanissimi di malattia, ma anche quelle del mondo delle corse, con alcuni scatti riferiti ai suoi colleghi piloti. Come il piede destro, quello dell'acceleratore, del tedesco Bernd Rosemayer, immortalato dopo aver battuto un record di velocità a Berlino. Nella sezione dedicata al Nivola pilota, si potranno ammirare auto mai esposte in pubblico, come la Cisitalia Abarth, prestata da un collezionista statunitense, con cui vinse nel 1950 la sua ultima corsa, la Palermo-Monte San Pellegrino in salita; la Cisitalia Grand Prix 360, del museo di Donington, mai scesa in pista dopo i test a causa del fallimento della casa autmobilisica.

E poi ancora la Bugatti T37, l'Alfa Romeo 8C 2300 Monza, l'Auto Union di tipo D, la Maserati 8 CM e anche un moto Bianchi perchè Nuvolari fu anche un grande centauro. «È una grande riscoperta di un fotografo di grandissima qualità - ha osservato Arturo Calzona della Fondazione Bam - che fa una lettura assai originale del suo mondo privato e pubblico».

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