Nella produzione del Teatro Massimo di Palermo della Turandot di Puccini, il bilancio fra la parte musicale, governata con temperamento da Carlo Goldstein, e la messa in scena, firmata da Alessandro Talevi (scene e costumi di Anna Bonomelli), si è concluso con la totale affermazione della musica. È stata sufficiente una compagnia di canto di dignitoso profilo (Ewa Plonka/Turandot, Martin Muehle/Calaf, Juliana Grigoryan/Liù). Interessante la scelta di eseguire integralmente il completamento di Franco Alfano - anche se la successiva revisione guadagna concisione e alcune belle progressioni del Principe (quasi)Ignoto. Allestimento confuso, un guazzabuglio di costumi di rara incongruità: le guardie parevano scappate al controllo di Minerva MacGranitt nell'ultimo episodio di Harry Potter; Turandot si presentava al terz'atto modello Sirenetta verdognola taglia ultra forte con giacchetta piumata; le tre maschere uscivano da un party a Mikonos come poliziotti alla Village People; il vecchio cieco Timur tentonava ma non troppo in casacca da ambasciatore veneto; la piccola Liù ricordava una Rapunzel mora particolarmente cencicata. Il pubblico ha applaudito con chiari distinguo.
Massimi applausi alla Grigoryan, meno alla coppia protagonistica; ovazioni per Alessio Arduini (Ping) e consensi per i suoi due sgargianti colleghi (Pong/Matteo Mezzaro e Pang/Blagoj Nacoski). Riduzione plauditoria ai minimi all'uscita della quaterna registica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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