Musso «scarica» Fini: «Dal Pdl non mi schiodo»

Musso «scarica» Fini:  «Dal Pdl non mi schiodo»

di Ferruccio Repetti

Il senatore Enrico Musso resta nel Pdl. Punto. Lui, che i «rumors» indicavano fra i più accreditati papabili nella nuova, eventuale, possibile (o forse impossibile) formazione politica autonoma guidata da Gianfranco Fini, prende le distanze e fa sapere chiaro e forte di voler restare cardinale: oggi nel Popolo della libertà, e domani, magari, a Palazzo Tursi come sindaco. Le dichiarazioni ufficiali del senatore non lasciano scampo a chi lo aveva già aggregato fra i seguaci più fedeli del presidente della Camera: «Spero - scrive Musso in una nota ufficiale diffusa ieri - che non ci sia alcuna scissione all'interno del Pdl. Gli elettori del Pdl, con il loro voto del 13 e 14 aprile 2008, hanno indicato chiaramente di volere un forte partito, guidato da Silvio Berlusconi, per realizzare il programma di governo allora presentato. La scissione - sottolinea ancora Musso - indebolirebbe la capacità di governo del Pdl e metterebbe implicitamente in discussione il leader della coalizione e Presidente del Consiglio Berlusconi. Due cose che gli elettori hanno indicato con chiarezza di non volere». Proprio per questo, conclude il senatore, «è preferibile che le difficoltà sulla realizzazione del programma di governo presentato nel 2008 siano affrontate attraverso un dibattito aperto e trasparente all'interno del Pdl».
Perde, dunque, un «pezzo da novanta» l’esercito (si fa per dire) dei presunti finiani liguri, disposti a seguire la chimera della scissione dal Popolo della libertà. In questo esercito - che, sempre mutuando dal linguaggio militare, potrebbe rivelarsi un modesto plotone - sono già stati un po’ troppo frettolosamente intruppati anche Sandro Biasotti ed Eugenio Minasso, entrambi parlamentari eletti nel 2008. I quali peraltro non hanno per il momento avallato propositi separatisti dalla casa madre. Minasso ha concesso solo un: «Oggi come oggi non lo farei, ma vorrei vederci chiaro».
In attesa della definitiva chiarificazione a livello nazionale, il fermento politico a livello locale percorre altre strade... Quelle di Facebook, ad esempio, in cui il presidente del Municipio Valpolcevera Gianni Crivello, candidato (trombato) alle ultime regionali nella lista «Noi per Claudio Burlando», sta spopolando in quanto a numero di «amici». Peccato, starà pensando lui, che tutti questi sodali non abbiano dimostrato l’amicizia al momento del voto, visto che Crivello s’è dovuto accorgere di avere più amici che consensi elettorali. E già che siamo in tema di voti delle regionali, conviene riferire l’analisi specifica condotta - anche in veglie notturne, si presume - da Pier Giorgio Razeti sui risultati usciti dalle urne nei seggi del Lagaccio, dove più intensa era la sensibilità nei confronti del problema-moschea. Ebbene, risulta che i voti ottenuti dalle liste pro-moschea sono stati 7998 rispetto agli 11.109 ottenuti nel 2005, mentre l’area-no alla moschea ha ottenuto praticamente gli stessi consensi, 7989, ma in forte crescita rispetto ai 6151 delle scorse regionali.

Ancora più accentuato il divario, a favore dei «no moschea», nel calcolo (che gentilmente vi risparmiamo) al netto delle astensioni. Smentendo, tanto per cambiare, Marta che aveva parlato di netta vittoria dei pro moschea al Lagaccio.

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