Due giganti tricolore si alleano per la seconda volta per sostenere i talenti della musica, ed è già siglata per il 2025 la collaborazione numero tre: sarà nel segno del Don Giovanni di Mozart. Di qua il direttore d'orchestra Riccardo Muti, forte di mezzo secolo ai vertici dell'arte, di là Miuccia Prada e il marito Patrizio Bertelli che dopo l'edizione del 2021 tornano a sostenere la Riccardo Muti Italian Opera Academy. E così, dal 18 al 29 novembre, alla Fondazione Prada di Milano quattro aspiranti direttori d'orchestra selezionati fra 300, l'orchestra Cherubini, pianisti accompagnatori e cantanti andranno a costruire Norma di Vincenzo Bellini guidati da Muti. Il made in Italy è anche questo, e in quanto tale è appetibile: bocche cucite, ma pare che l'edizione del 2024 sarà in terre lontane andandosi a sommare alle masterclass già avviate a Tokyo.
C'è una parte del mondo curiosissima dei saperi che noi stiamo disperdendo. «Siamo il Paese con la storia della musica più lunga del mondo, ma tutto rischia di disperdersi». E Muti lancia l'ennesimo appello, «dobbiamo preoccuparci delle nuove generazioni. Il nostro Paese andrà altrimenti a sbattere contro un muro. I giovani sono pronti a recepire, siamo noi che non vogliamo ascoltarli. La città di Seul ha 20 orchestre sinfoniche, noi non le abbiamo nell'intera Italia. Dovremmo aiutare a scoprire il mondo fantastico dei suoni a partire dalla materna fino all'università». Muti è nella Milano che per 20 anni lo ha visto direttore musicale della Scala, dove tornerà il prossimo gennaio alla testa della Sinfonica di Chicago. Sono stati decenni di gioie e qualche burrasca, che ancora pesa sull'animo d'artista. «Non ci curiamo delle nostre radici. Stiamo bruciando i nostri rapporti con la cultura del passato. La casa del librettista Da Ponte è in vendita: è una vergogna. Stesso discorso per quella di Paisiello. Non parliamo poi di villa Sant'Agata di Verdi, non si capisce in che direzione stia andando. E a fronte di tutto questo di cosa scrivono i media? Dei rapper e dei Måneskin.
I fari sono puntati sui cosiddetti eventi del momento, sulle aperture, ma non sono quelli i momenti culminanti della cultura di un Paese, sono mondanità». L'apertura della Scala è a un soffio. E c'è chi vi legge allusioni.
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