Nadal, la rinascita servita in coppa

Nadal, la rinascita servita in coppa

Qualche tempo fa Rafa Nadal aveva detto che sarebbe stato difficile vederlo in campo a 30 anni, ma aveva aggiunto che voleva essere ancora il re di questo sport: «Almeno fino a quando mi divertirò a giocare a tennis». E’ stato di parola alla fine di una stagione in tono minore, impreziosita dai soli successi di Barcellona, Montecarlo e Parigi, la peggiore dopo quella del 2004. Il suo rinascimento ha avuto inizio con la finale di Davis in cui ieri ha portato la Spagna al quinto trionfo in dodici anni, terzo personale, contro l’Argentina. E’ casa sua, questa coppa. Perché, a differenza degli spocchiosi rivali, sempre pronti a misurare gli impegni con ranking e montepremi, a lui piace giocare per il proprio paese, esaltarsi in una competizione a squadre, entusiasmare la folla. In Davis ha perso solo una volta, nel 2004 contro il ceco Novak, vorrà pur dire qualcosa.
A Siviglia erano addirittura in 27mila ad applaudirlo nel match decisivo contro Del Potro, fatto fuori in quattro set (1-6, 6-4, 6-1, 7-6) dopo quattro ore. Nel tie-break finale, conquistato a zero, s’è rivisto il campione che per tanto tempo ha fatto impazzire gli avversari e in particolare Federer. Contro lo svizzero aveva vinto a giugno l’ultimo Roland Garros, sembrava la tappa d’un’altra stagione trionfante, invece è stato un acuto fine a se stesso, seguito da risultati modesti per non dire mortificanti.
E tutti a chiedersi se avremmo rivisto il vero Rafa. Da Siviglia è arrivata la risposta che il mondo del tennis si aspettava: Nadal è ancora re. Quanto serviva per riaccostare il suo nome a quelli di Federer, fresco vincitore del Masters, Djokovic, il cannibale dell’anno, Del Potro, tornato finalmente ad alti livelli, e Murray, l’incompiuto. Per non parlare di Tsonga, la mina vagante. Ci sarà da divertirsi nel 2012.
Eppure Nadal, 25 anni compiuti a giugno, non ha avuto vita facile per portare a casa il punto decisivo contro Del Potro che l’ha dominato nel primo set e ha avuto il servizio a disposizione sul 5-3 del quarto per riportarsi in parità. Nel momento che conta, il maiorchino ha cavato il meglio del suo repertorio portandosi addirittura in vantaggio per 6-5 e poi schiantando l’avversario nel tie-break. In quei momenti ha preso a racchettate tutti coloro che l’avevano dato per finito. Altro che bollito.


Nei prossimi due mesi avrà il tempo per riacquistare la migliore condizione fisica e soprattutto quell’autostima che era venuta meno in diverse occasioni, specie nella recente manifestazione di Londra. Con David Ferrer ha permesso alla Spagna di essere in cima al mondo nel tennis così come lo è nel calcio, nel ciclismo, nel basket. E la farmacia, fino a prova contraria, rappresenta solo l’alibi di chi perde.

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