L'imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, ex amministratore delegato di Eternit, è stato rinviato a giudizio dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli con l'accusa di omicidio volontario con dolo eventuale in relazione alla morte di sei operai e due loro familiari per cancro provocato da esposizione all' amianto nello stabilimento Eternit di Bagnoli, quartiere della periferia napoletana. Il processo comincerà il 12 aprile davanti alla seconda sezione della Corte di Assise di Napoli.
L’ex amministratore delegato è imputato nel capoluogo campano nell’ambito di un processo più ampio partito a Torino. L’accusa più grave ai danni di Stephan Schmidheiny riguarda 258 operai morti di mesotelioma, una malattia causata dall’amianto prodotto da Eternit. A Napoli l’Osservatorio Nazionale Amianto-Ona si è costituito parte civile.
I legali dell’ex manager di Eternit difendono il loro assistito respingendo le accuse a carico dell’imprenditore.
Gli avvocati parlano di “violazione dei diritti fondamentali dell'uomo”, evidenziando il senso di responsabilità di Stephan Schmidheiny che, con il suo operato, al contrario, avrebbe “evitato a molte persone di ammalarsi di patologie correlate all'amianto”.
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