Lo hanno lasciato a terra, senza vita, dopo un incidente sul lavoro, quasi sicuramente perché si trattava di un appalto in nero. È stato ritrovato su un marciapiede di via dell’Annunziata a Forcella un operaio di Napoli. Con molta probabilità l’uomo, un 60enne, è caduto da un’impalcatura, mentre imbiancava la facciata di un appartamento. L’ennesima morte bianca su cui indagano le forze dell’ordine, che dovranno ricostruire la vicenda non avendo alcun riscontro o testimonianza. L’unica certezza è che il lavoratore era un immigrato dell’Est Europa. La salma è stata sequestrata, in attesa dell’esame autoptico.
Lo straniero aveva le gambe fratturate, la testa insanguinata e macchie di vernice sui vestiti, elementi che hanno fatto immediatamente pensare a una caduta dall’alto, da un ponteggio. Nelle vicinanze non c’erano abitazioni e questo potrebbe significare che l’operaio è stato spostato dal luogo dell’incidente per depistare le indagini. Chi ha allontanato il corpo senza vita dell’operaio ha sicuramente cercato di nascondere il cantiere abusivo. Gli agenti della polizia scientifica hanno scoperto delle tracce di sangue all’interno di un palazzo poco distante dal luogo dove è stato ritrovato il corpo dell’imbianchino e hanno individuato un cantiere all’ultimo piano.
Le indagini delle forze dell’ordine sono in corso, così come tante sono le ipotesi da vagliare e confrontare con i risultati che si attendono dai rilievi della scientifica ma, secondo la polizia non ci sono dubbi, si tratta di una morte sul lavoro. Molto probabilmente, da una prima ricostruzione, l'operaio sarebbe caduto dall'alto, morendo a causa dei gravi traumi riportati nell'impatto contro il suolo. Quello che rende questa morte un vero giallo, è la possibilità che qualcuno possa aver spostato il cadavere, caduto all'interno della tromba delle scale. Un tassello da riempire ancora è senz'altro quello delle testimonianze, poiché sembrerebbe che i condomini non si siano accorti di nulla.
Per quanto riguarda le morti bianche è sicuramente un anno nero per la Campania. Cinquantadue le persone che hanno perso la vita sul lavoro fino al 31 agosto. Tra loro il 77 per cento sono ultracinquantenni, in qualche caso anche 75enni caduti da impalcature edili o sfiancati nei campi. La strage silente continua e la Campania stabilisce ancora una volta un record. I dati della Cgil quest'anno sono in crescita rispetto al 2008, che ha contato 56 vittime.
Nella regione al terzo posto nella classifica dei decessi sul lavoro, dopo Lombardia e Veneto, Napoli è maglia nera con 24 casi in soli 8 mesi (più del 2018 quando si contravano 18 vittime). Seguono Avellino (11), Caserta (10), Salerno (5) e Benevento (2). Edilizia e agricoltura, i settori più colpiti.
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