Si allena con regolarità e costanza insieme ai suoi compagni di squadra ma il figlio non gioca mai. Così una mamma, evidentemente stanca di vedere il piccolo di sei anni relegato ai margini del rettangolo verde, ha inscenato la protesta contro la scuola calcio che lo tiene fuori perché, secondo la denuncia della donna, non è ritenuto all'altezza del livello degli altri.
È accaduto a Torre del Greco in provincia di Napoli. La signora, come ha rivelato al quotidiano Metropolis che ha denunciato il caso del piccolo calciatore messo ai margini, era stanca perché suo figlio non giocava mai in quanto, come ha spiegato al giornale, secondo i tecnici non era all’altezza dei suoi compagni. Eppure si allenava come tutti, non aveva alcun tipo di problema fisico (e proprio per questo la mamma, parlando a Metropolis, s’è chiesta cosa sarebbe mai potuto succedere se il ragazzino avesse presentato degli handicap) e i genitori erano sempre in regola con le rette. Stando a quanto ha spiegato la signora, le sarebbe stato fatto sapere che il figlio non poteva giocare in campionato, insieme agli altri bambini, perché non abbastanza “forte” da meritare un posto da titolare in squadra.
Questa decisione avrebbe finito per ingenerare nel bambino una sorta di frustrazione, dal momento che, secondo il racconto della donna, avrebbe preso a intristirsi ogni volta che veniva regolarmente lasciato fuori squadra. La reazione del piccolo, dunque, avrebbe portato la mamma al punto di decidersi a “ribellarsi” alle scelte tecniche. O, meglio ancora, alle motivazioni di queste, agli standard richiesti forse troppo presto a un bimbo che a sei anni gioca con gli amici per divertirsi e non, evidentemente, per altre ragioni se non quelle di sognare, un giorno, di diventare come il suo idolo. E lo ha fatto affiggendo striscioni in diverse parti della città corallina, in cui portava all’attenzione di tutti quanto stava accadendo al figlio.
Sul primo, prendendo ironicamente in giro l’attenzione al tasso tecnico che sarebbe stato richiesto ai piccoli allievi per giocare in prima squadra, ed evidentemente giudicata eccessiva nei confronti di bambini di pochi anni, si è chiesta dove fosse l’allenatore della nazionale Roberto Mancini: “Chi ha visto Mancini?”. Sul secondo, invece, ha condensato le ragioni della sua protesta: “Vergogna! Eliminare un bambino da una squadra perché ritenuto poco capace”. E quindi ha aggiunto: “Il silenzio di tutti, l’indifferenza, l’omertà: la vergogna di questa società”.
La protesta della donna ha immediatamente scatenato un vespaio di polemiche e furiose reazioni, non solo a Torre del Greco, dentro e fuori dagli ambienti sportivi locali e regionali.
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