Napolitano: «Accoglienza solidale» agli immigrati, ma tutta l'Europa ci aiuti

Messaggio del capo dello Stato al Papa, impegnato. in un viaggio a Malta: «Il vecchio continente è chamato a ricevere senza pregiudizi coloro che cercano rifugio dalla violazione della dignità e dei loro diritti umani e politici fondamentali»

Sì, l'accoglienza deve essere «solidale e senza pregiudizi» e, certo, le braccia devono essere aperte a chi cerca «rifugio dalla violazione dei diritti umani e politici». Ma questo sforzo, avverte Giorgio Napolitano, deve farlo «tutta l'Europa». L'Italia insomma, fa capire il capo dello Stato, non può essere lasciata da sola a fare il gendarme di frontiera.
La questione è nota ma non è mai stata risolta: una politica europea comune nei confronti dell'immigrazione di fatto nopn esiste e così il nostro Paese si trova sempre più in prima linea di fronte ai barconi. Il presidente trova l'occasione di riparlarne nella sua sua risposta al messaggio di saluto del Papa, impegnato in un viaggio a Malta, che non a caso è uno degli Stati dell'Unione maggioramente accusati di fare troppo poco.
Invece, scrive Napolitano a Benedetto XVI, «il vecchio continente è chiamato oggi ad assistere ed accogliere, con spirito solidale e senza pregiudizi, coloro che cercano rifugio dalla violazione della loro dignità di uomini e dei loro diritti fondamentali». Ma tutto il vecchio continente. Il Pontefice, in questa sostuazione, può fare qualcosa. «Santità - si legge nel testo - desidero farle pervenire il più sincero ringraziamento per il messaggio che ha voluto cortesemente indirizzarmi nel momento in cui si accinge a partire per il viaggio apostolico a Malta. Ella si appresta a visitare il paese che accolse il naufrago Paolo, apostolo delle genti, e che rappresenta una cerniera geograficamente significativa fra i popoli del sud del mondo ed il vecchio continente, chiamato oggi ad assistere ed accogliere, con spirito solidale e senza pregiudizi, coloro che cercano rifugio dalla violazione della loro dignità di uomini e dei loro diritti fondamentali».


«Le auguro, a nome mio personale e del popolo italiano tutto - conclude il Capo dello Stato - un pieno successo per questa nuova missione pastorale il cui messaggio, ne sono certo, sarà fonte di rinnovata riflessione e di grande speranza. Mi è gradito rinnovarle i sensi della mia profonda stima e considerazione».

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