nostro inviato a Lisbona
Via libera alla strategia di transizione in Afghanistan che partirà a inizio del 2011 con lobiettivo di riconsegnare «tutte le province» del Paese alle forze dellordine locali «entro la fine del 2014». Sono queste le conclusioni del vertice Nato che si è chiuso ieri a Lisbona, un summit cui hanno preso parte non soltanto i 28 Paesi dellAlleanza ma anche i venti Stati non della Nato che partecipano alla missione Isaf in Afghanistan.
Un vertice, spiega Silvio Berlusconi durante una conferenza stampa insieme ai ministri Franco Frattini e Ignazio La Russa, davvero «storico». Anche per lItalia e per il ruolo giocato dal nostro Paese, tanto che Barack Obama ringrazia espressamente il presidente del Consiglio per limpegno delle nostre truppe sul territorio afghano.
Obama cita Berlusconi e il premier canadese Stephen Harper ed elogia «la leadership italiana» soprattutto per lattività dei nostri addestratori. «Con i duecento formatori in più che saranno inviati - spiega il Cavaliere - arriveremo a essere il terzo Paese presente in Afghanistan con 4.230 militari». Poi una rassicurazione al presidente afghano Hamid Karzai: «Anche dopo il 2014 saremo vicini al vostro Paese affinché gli sforzi che tutti insieme abbiamo fatto abbiano effetti duraturi». E ancora: «Ai nostri uomini e donne in Afghanistan abbiamo dato la missione di avere una grande attenzione nei confronti della popolazione: non solo di garantire la sicurezza sul territorio, ma anche dare supporto alla popolazione e aiuto per la realizzazione delle infrastrutture, soprattutto ospedali e scuole».
E Berlusconi incassa anche il plauso del russo Dmitri Medvedev durante un bilaterale Italia-Russia. «Vorrei ringraziarti - dice - per il tuo ruolo sempre costruttivo ed amichevole. Sei un politico di grande esperienza». E ancora: «Ci sono stati in passato difficoltà, ma adesso i rapporti con la Nato sono buoni ed in particolare quelli tra Russia e Italia sono un vero esempio di collaborazione». E non è un caso che il Cavaliere ricordi come lui stesso si sia impegnato in prima persona per lingresso della Russia nella Nato fin dal 1994, quando invitò Boris Eltsin al vertice di Napoli. Un percorso conclusosi nel 2002 con il vertice di Pratica di Mare.
Nel dare il via alla exit strategy dallAfghanistan, la Nato pone tre condizioni. «Continuiamo ad appoggiare gli sforzi guidati dagli afghani per riconciliare e reintegrare quei membri dellinsorgenza - si legge nel documento finale - che rinunciano alla violenza, tagliano i legami con i terroristi e accettano la Costituzione afghana». LAfghanistan, da parte sua, «rispetti i suoi obblighi costituzionali e internazionali sui diritti umani, in particolare delle donne».
Un processo che dovrebbe concludersi nel 2014, visto che per quella data il presidente Karzai chiede il completamento del passaggio di consegne sul territorio ai militari afghani.
Il segretario della Nato Anders Fogh Rasmussen, però, già venerdì aveva chiarito che «truppe internazionali» rimarranno anche «dopo il 2014, però non con una missione di combattimento, bensì di appoggio, che comprenderà la formazione delle forze di sicurezza afghane». Un punto su cui si registra il dissenso degli Stati Uniti, tanto che Obama rivela che il colloquio con Karzai è stato «a tratti brusco».
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