Altro che vittime: ecco tutte le provocazioni degli antifascisti

Dalla sede di Casaggì imbrattata alle targhe, che commemorano i martiri delle foibe, distrutte. Ecco le violenze (nascoste) della sinistra fiorentina

Altro che vittime: ecco tutte le provocazioni degli antifascisti

Tutto era partito come un raid. Un raid fascista, ovviamente. Era stata la grancassa mediatica di sinistra a puntare il dito contro Azione studentesca per i fatti del 18 febbraio scorso quando, davanti al liceo Michelangiolo di Firenze, si era registrata una rissa che aveva visto opporsi studenti di destra e di sinistra. Un frame e un video, sapientemente tagliato, erano stati usati per dimostrare che, alla fine, quelli di Casaggì avevano aggredito gli antifascisti, accanendosi su di loro. In realtà, alcuni video diffusi successivamente dimostrano il contrario. Ovvero che quella del liceo Michelangiolo altro non è che una rissa. Stupida e violenta come tutte le risse. Ma non un raid punitivo.

Se si uniscono i fatti precedenti e successivi a quel 18 di febbraio, però, si scopre una realtà diversa. Una realtà dove la sinistra è più provocatrice che vittima. Partiamo dallo scorso agosto, quando la sede di Casaggì/Azione studentesca di Firenze viene imbrattata con parole minatorie. La scritta "Fratelli d'Italia" viene sporcata con dello spray nero e la firma antifà. Poi la parola "servi", con una celtica impiccata. E una serie di complimenti come "fate cagare, servi bastardi, Firenze vi odia, merde, infami, gli unici stranieri sono qui, fasci infami". E infine la minaccia: "fascistello okkio".

Passano i mesi e la tensione tra le opposte fazioni resta alta. Il caso Cospito non fa altro che peggiorare le cose. Anarchici e antifà alzano la testa e, in più di una occasione, imbrattano i muri di Firenze. Ma non solo. A fine gennaio, al direttore del Tirreno, Luciano Tancredi, arriva una busta contenente un proiettile.

È febbraio, però, il mese caldo. Ignoti distruggono la lapide che commemora i morti delle foibe. Qualche giorno dopo, questa viene sostituita ma viene subito imbrattata con la scritta "vendetta".

Arriviamo così al 9 febbraio scorso. Quel giorno, davanti al Pascoli, alcuni ragazzi di destra vengono aggrediti da giovani incappucciati e armati di cinghie. "Nessuno è intervenuto. Nessuno ha fatto niente. Poi si sono diretti verso gli altri ragazzi ed è iniziata una vera e propria aggressione premeditata dei ragazzi del collettivo", ci ha raccontato ieri una fonte legata alla sinistra fiorentina. E poi il 18 febbraio, giorno del presunto raid fascista che si è poi rivelato essere una "semplice" rissa. "Ogni collettivo sceglie le modalità con cui affrontare questo tipo di volantinaggi", ci aveva detto ieri una fonte vicina ai collettivi. Che aveva poi specificato: "C'è chi cerca il dialogo e chi invece non dice una parola e inizia a fare a botte. Quelli del Michelangelo hanno scelto una via di mezzo".

Ieri, infine, un corteo organizzato dagli antifà fiorentini, arrivato di fronte alla sede di Casaggì. Le immagini, ma soprattutto gli slogan urlati, parlano chiaro.

Oltre a quelli contro il presidente del Consiglio - "Meloni fascista, sei il primo della lista" - anche veri e propri cori di minacce: "Le sedi fasciste si chiudono col fuoco, ma coi fascisti dentro se no è troppo poco", "viva le foibe", "il compagno Tito ce l'ha insegnato, ogni fascista va infoibato", "fascista di merda, ti lascio morto in terra", "fascisti carogne, tornate nelle fogne".

Difficile pensare che coloro che hanno scandito questi slogan possano considerarsi vittime.

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