Botulino: cos'è, quali sono i rischi e come evitarlo

La malattia ha potenzialità mortali, ma se viene diagnosticata in tempo si risolve completamente in tempi che possono variare da una settimana a diversi mesi

Botulino: cos'è, quali sono i rischi e come evitarlo
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Un'anziana è morta dopo aver mangiato una zuppa di carciofi comprata al supermercato e per poco sua figlia non ha fatto la stessa fine. Gravemente intossicata anche lei, si è salvata dopo essere stata ricoverata una settimana in terapia intensiva. E' stato accertato che si è trattato di un avvelenamento da botulino. Una vicenda sulla quale la Procura di Roma ha aperto un fascicolo ipotizzando l'omicidio colposo per accertare eventuali responsabilità nelle modalità di conservazione del prodotto.

Ma cos'è il botulino e cosa si rischia? Si tratta di un batterio che si produce negli alimenti conservati in modo inappropriato capace di produrre una potente neurotossina. Il consumo di un alimento contaminato può avere sintomi lievi, come annebbiamento delle vista e difficoltà di deglutizione, ma nelle forme più gravi può portare anche ad insufficienza respiratoria che può essere fatale perché blocca la conduzione nervosa ai muscoli responsabili della respirazione. Nonostante si tratti di una malattia che può essere mortale, come purtroppo è stato per la pensionata romana, se viene diagnosticata in tempo si risolve completamente in tempi che possono variare da una settimana a diversi mesi. I sintomi si manifestano nell'arco di 24-72 ore dopo il consumo dell'alimento contaminato. Di solito più compaiono precocemente, più severa sarà la malattia. Nel caso della pensionata deceduta, infatti, i malesseri sono comparsi subito dopo aver mangiato la zuppa contaminata.

La vicenda risale alla fine di settembre. La pensionata aveva cucinato la minestra acquistata nel reparto surgelati di un supermercato romano e subito ha cominciato ad avere forti dolori addominali e altri fastidi. Trasportata all'ospedale Sant'Eugenio, le sue condizioni sono rapidamente precipitate ed è morta nonostante i disperati tentativi dei medici di salvarla. Un avvelenamento fulminante, che non le ha lasciato scampo. La denuncia, però, ha tardato ad essere presentata perchè poco dopo ha cominciato a stare male anche la figlia, che aveva assaggiato la stessa minestra. Fortunatamente nel suo caso i medici sono riusciti ad evitare il peggio e dopo una settimana in rianimazione la donna è stata dichiarata fuori pericolo. Soltanto a quel punto il compagno ha presentato un esposto, come suggerito dai sanitari, che hanno messo subito in correlazione i malesseri di madre e figlia. E' stato accertato che le due donne avevano mangiato insieme e che la pensionata aveva portato a tavola una minestra di carciofi acquistata congelata al supermercato. Anche la più giovane l'aveva mangiata. La prima si è sentita male immediatamente e non ce l'ha fatta, la seconda è riuscita a salvarsi nonostante se la sia vista davvero brutta.

L'indagine, partita soltanto a una settimana di distanza dal decesso della pensionata, è stata assegnata al pubblico ministero romano Fabio Santoni, che ha delegato gli accertamenti ai carabinieri del Nas. Anche la Asl si è attivata acquisendo le confezioni delle zuppe. Ma il ritardo con cui è stata presentata la denuncia ha complicato le indagini, perchè il supermercato dove la donna aveva acquistato la ministra aveva già sostituito il lotto incriminato, che nel frattempo era scaduto, quindi le verifiche sono ancora in corso per capire come si siano sviluppate le tossine botuliniche.

Perchè che sia stato il botulino ad uccidere la pensionata è certo, non è chiaro però se la minestra fosse stata contaminata all'origine a causa di un errore nella catena di conservazione nell'esercizio commerciale oppure se sia stata la donna a sbagliare qualcosa nelle modalità di conservazione della busta della minestra di carciofi. L'indagine dei Nas è soltanto all'inizio e potrebbe allargarsi all'intera filiera di produzione e ai metodi di conservazione per individuare la causa della tragedia.

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