Carnevalone Liberato, bruciato il “bammoccio” della Meloni

Bruciato al Carnevalone Liberato 2025 di Poggio Mirteto il "bammoccio" di cartapesta con sembianze simili a quelle del presidente del Consiglio

Carnevalone Liberato, bruciato il “bammoccio” della Meloni
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Anche quest'anno al Carnevalone Liberato di Poggio Mirteto, in provincia di Rieti, il tradizionale "bammoccio" di cartapesta aveva sembianze riconducibili al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Riconducibili perché, come da tradizione, l'identità del pupazzo di cartapesta deve essere interpretata dal pubblico. Lo scorso anno in molti avevano pensato che il pupazzo avesse le sembianze di Giorgia Meloni. Quest'anno il pupazzo rappresentava "Barbi fascio di luce", come è scritto sulla scatola rosa che contiene una bambola con capelli biondi, grandi occhi rotondi e sporgenti, giacca grigia e il braccio destro alzato in una sorta di saluto fascista. La mano del pupazzo, infatti, non è completamente alzata.

Una giornata di sole ha dato il benvenuto alla 45ª edizione del Carnevalone Liberato, festa dell'autoliberazione di Poggio Mirteto dallo Stato Pontificio. La festa si è svolta, come tradizione vuole, nel giorno della prima domenica di Quaresima, quest'anno il 9 marzo, in piazza Martiri della Libertà, centro della città.

Tanta partecipazione a questa manifestazione, organizzata dal Circolo Arci di Poggio Mirteto, che ogni anno porta in città migliaia di persone. Da mezzogiorno fino all'imbrunire il centro di Poggio Mirteto è stato invaso da tanti artisti che hanno portato musica e spettacoli.

Dopo canti, balli, tamburi, musica e artisti di strada, la festa si conclude ogni anno con il rogo del "bammoccio" e della "pantasima". Il cosiddetto "bammoccio" di cartapesta in genere viene usato per fare satira politica. La "pantasima", invece, è la rappresentazione in cartapesta di una donna e viene costruita in modo che possa essere indossata per ballare, prima di essere anche lei bruciata. Insieme a queste due figure era stato realizzato quello che sembrava un grosso razzo, con scritto ai lati "Elon Musk", costellato di bandiere americane e caricature di personaggi politici nazionali e internazionali.

La tradizione del Carnevalone Liberato vuole che ci sia una poesia ad accompagnare il "bammoccio". Quest'anno i componimenti erano due: "Barbi fascio del duce", con una X rossa sulle parole "di luce", e "Muskolini e i suoi scherani".

Dietro la scatola rosa si leggeva:
"Sei stata con noi anche lo scorso anno
raffigurata come si conviene
con la fiamma di chi ha fatto danno
e che non ha lasciato vivere bene.
Repressione, razzismo, guerre, tutti sanno
del popolo ridotto alla fame ed in catene,
ma l'ingenuo elettore ha la memoria corta
e ha resuscitato una storia ch'era morta.
Adesso sei tornata con altre sembianze
ti sei scozzonata e ripulita alquanto,
dirigi tutto dalle segrete stanze
e di effimeri successi meni vanto.
Racconti di un'esistenza piena di speranze
e degli indigenti non ascolti il pianto.
Alle banche hai abbonato milioni
ai poveracci "un par de XXX".
Bionda, bassotta ma arrogante ed arzilla
sgrani gli occhi "scoppati" non per lo stupore [...

]
Addì nove marzo duemila venticinque
nella piazza, davanti l'austera cattedrale,
con controlli e vigilanze attente e propinque,
si darà corso all'evento terminale
della cucurbitacea che protegge chi delinque.
Sarebbe stato meglio confinarla in Albania
ma la bruceremo qui tra girotondi
(a distanza) e in allegria".

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