Le donne che fanno il bagno con il "burkini"? Sono oppresse, non libere come qualcuno vorrebbe far credere: il costume islamico è una forma di prevaricazione. A sostenerlo è Marco Salvador, consigliere comunale della lista "La Civica" a Pordenone, in aperto contrasto con la narrazione della sinistra favorevole al burkini quando si tratta della libera scelta della donna. Un argomento salito alla ribalta delle cronache nazionali nelle ultime settimane, a seguito degli episodi localizzati soprattutto nel Nord-Est. L'ultimo episodio risale a pochi giorni fa, chiusosi con un flash mob che avrebbe a quanto pare fatto registrare scarsa partecipazione: una cinquantina di persone si sarebbero tuffate in mare vestite, a Trieste, per solidarizzare con alcune donne musulmane (le quali sarebbero state criticate in precedenza per aver compiuto il medesimo gesto). Nella sopracitata Pordenone, la scorse settimana, un ex-assessore comunale aveva invitato ad uscire dall'acqua una donna islamica che si era tuffata in piscina con i vestiti.
E l'uomo, un medico in pensione, ha spiegato al Gazzettino che alla base del suo invito non ci sarebbero stati motivi religiosi né ideologici, ma semplicemente igienici. "Perché - ha detto - se io devo fare la doccia, avere costume e cuffietta, la signora invece può entrare in acqua vestita?". Quanto accaduto ha suscitato polemiche, rinfocolando il dibattito. Discussione che il sindaco di centrodestra di Pordenone ha cercato in parte di smorzare, esternando sulla stampa locale l'intenzione di non firmare (al momento) una nuova ordinanza, ma evidenziando al contempo la ferma volontà di far rispettare il regolamento. E anche il consigliere Salvador, in una nota pubblicata sulla propria pagina Facebook, ha rimarcato come il burkini non rappresenti affatto un segno di libertà, a suo avviso.
"Il costume islamico è una forma di prevaricazione. Nella religione islamica, e non solo, ogni forma di indumento che obblighi la donna a coprirsi è un simbolo della prevaricazione dell'uomo sulle donne - il suo pensiero -inutile girarci attorno, nella cultura islamista la donna è soggetta alla volontà dell’uomo e fino a quando non ci sarà un processo di secolarizzazione, continueremo ad avere forti punti di frizione con essa". L'esponente civico non ha infine risparmiato una "stoccata" a chi giustifica l'utilizzo del burkini. "Non c’è alcuna “poesia” o “giustificazione di identità culturale” a questo.
Allo stesso modo, è importante che le donne di fede islamica possano frequentare le spiagge e i luoghi pubblici - ha detto - almeno questo rappresenterebbe un piccolo passo avanti, piuttosto che rimanere recluse in casa come è successo per molti e troppi anni. A questo punto è necessario che i regolamenti e le leggi, aperti il più possibile, vengano rispettati".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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