Il gioco sulla mafia vince il premio in Francia e scoppia la polemica

Ispirato ai fatti di sangue avvenuti in Sicilia negli anni '80, "La Famiglia: La Grande Guerra di Mafia" ha vinto l'As d'Or 2024, il premio francese per i giochi da tavolo

Il gioco sulla mafia vince il premio in Francia e scoppia la polemica
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Ha vinto il prestigioso premio riservato ai giochi da tavolo. Si chiama "La Famiglia - The Great Mafia War", prodotto dalla tedesca Boardgame Atelier, e simula la guerra di mafia degli anni '80 in Sicilia. Recentemente tradotto in italiano e distribuito online, invita i partecipanti a competere per il "controllo dei mandamenti delle famiglie mafiose siciliane", usando "strumenti di gioco" come le autobombe, l'uccisione dei "soldati", la costruzione di laboratori per la droga e le barche per il trasporto della droga e per il contrabbando.
Il gioco è stato premiato con l'As d'Or 2024, il riconoscimento francese per giochi da tavolo assegnato durante il Festival internazionale dei giochi che si svolge annualmente a Cannes. Si può giocare fino a quattro giocatori che hanno l'obiettivo di assumere il controllo di sei diverse famiglie mafiose, ciascuna dotata di "abilità speciali", per competere per il dominio della Sicilia.



Il gioco


"La Famiglia: La Grande Guerra di Mafia" si gioca a squadre (2 contro 2) per prendere il controllo della Sicilia degli anni '80. A contendersi il potere del territorio sono sei famiglie. Nella fase di pianificazione, si sviluppano le abilità e si portano sul tabellone i combattenti e gli ordini segreti. Nella fase di combattimento, questi ordini vengono rivelati ed eseguiti. Ed è qui che si chiede al giocatore di di utilizzare le bombe, che nella realtà erano davvero usate dai Corleonesi negli anni '80 per eliminare i nemici, ovvero gli altri boss mafiosi non alleati o gli uomini dello Stato.

La polemica


L'Onorevole Alessandro De Leo di Forza Italia ha inviato una lettera al Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani per denunciare la commercializzazione di questo controverso gioco da tavolo che banalizza la storia della criminalità organizzata in Sicilia."È inaccettabile che un fenomeno criminale con il suo carico di violenza e sofferenza venga trasformato in un gioco da tavolo - ha spiegato De Leo -. Questo prodotto non solo offende la dignità dei siciliani, ma svilisce anche l'impegno quotidiano di milioni di cittadini che si battono per la legalità e la giustizia nella nostra Regione. Ancora più grave, sotto ogni punto di vista, è la banalizzazione di elementi violenti come l'uso delle autobombe, ridotte a semplici strumenti di gioco".

De Leo ha scritto una lettera al presidente della Regione Siciliana Renato Schifani "di valutare ogni possibile azione per contrastare la diffusione di questo gioco, seguendo l'esempio di quelle imprese e associazioni che già si sono mobilitate contro la commercializzazione di prodotti che banalizzano il fenomeno mafioso", conclude.

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