Cosa c'è dietro l'omicidio di Treviso: la relazione di Vanessa con il killer e la denuncia per stalking

Bujar Fandaj, 41 anni, ora fermato con l'accusa di omicidio aggravato e trasferito in carcere in attesa della decisione dei giudici, resta l'unico sospettato

Cosa c'è dietro l'omicidio di Treviso: la relazione di Vanessa con il killer e la denuncia per stalking
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Era una storia triste e complessa quella che Vanessa Ballan, la 26enne uccisa a coltellate martedì fuori casa sua, nascondeva ai familiari e al compagno. Il suo presunto assassino lo conosceva bene, perché per un breve periodo aveva intrattenuto una relazione sentimentale clandestina con lui. La ragazza era innamorata del marito, il 28enne Nicola Scapiniello, con cui si era fidanzata giovanissima, a 15 anni, e quella storia, durata pochissimo, voleva mettersela alle spalle. Non aveva intenzione di rovinare un matrimonio per un colpo di testa e aveva detto all'uomo che continuava a cercarla con insistenza di non infastidirla più. A quanto pare, proprio quello stalker, denunciato ai carabinieri dalla donna negli ultimi tempi, l'avrebbe ammazzata. Si tratta di Bujar Fandaj, 41 anni, ora fermato con l'accusa di omicidio aggravato e trasferito in carcere in attesa della decisione dei giudici.

La vicenda

Vanessa e Nicola erano considerati una coppia modello: un bambino di 4 anni e un altro in arrivo per la gioia dei familiari, che non lo avevano saputo da molto. Nicola lavora con il padre, nella ditta edile, mentre Vanessa, dopo il diploma, era stata assunta come commessa all'Eurospin di Castelfranco Veneto. Proprio lì aveva conosciuto Fandaj. L'uomo faceva le consegne per un'azienda al supermercato. Quando ha visto la 26enne si è subito invaghito di lei e ha cominciato a farle la corte. Per un periodo è stato ricambiato dalla donna che, poi, ha deciso di troncare la storia. Questa scelta radicale, però, non è stata accettata dal 41enne che ha inziato a perseguitare Vanessa nel tentativo di convincerla a tornare con lui e a lasciare il marito.

Le minacce

Fandaj avrebbe incominciato ad assumere atteggiamenti violenti ricattando e minacciando di morte la donna. A un certo punto avrebbe anche detto alle 26enne che era pronto a mostrare video intimi al marito. Oltre allo stalking, quindi, si perpetrava anche il reato di revenge porn. Nonostante fosse preoccupata di non far conoscere il suo tradimento al marito, vista la gravità della situazione, Vanessa ha deciso di denunciare l'ex amante. I carabinieri hanno perquisito la casa del kosovaro e gli hanno sequestrato il telefono. La ragazza, però, per paura che Nicola scoprisse tutto, aveva cancellato i messaggi che scambiava con l'uomo. Per questo motivo il giudice non aveva emesso nessuna misura cautelare nei confronti di Fandaj, anche perché sembra che le vessazioni fossero cessate dopo l'intervento delle forze dell'ordine.

L'omicidio

Dopo poco, invece, Vanessa Ballan è stata uccisa a coltellate e l'unico sospettato dell'omicidio è proprio l'ex amante kosovaro, che avrebbe un movente considerato valido dagli inquirenti. Oltretutto, con molta probabilità, Fandaj non aveva preso bene la notizia che la 26enne aspettava un altro bambino dal marito. La donna si era messa in maternità e ormai tutti sapevano della gravidanza."È un dolore enorme per noi - ha dichiarato al Corriere della Sera il direttore del punto vendita Alberto Pompeo - ho ancora qui sulla scrivania i certificati del congedo, ho davanti ai miei occhi lo sguardo limpido e sereno di Vanessa, non riesco a credere che non ci sia più".

Il procuratore

"Ci sono elementi per contestare la premeditazione" nel delitto di Vanessa Ballan che sarebbe stato perpetrato da Bujar Fandaj. Lo ha affermato il procuratore capo di Treviso Marco Martani, parlando con i giornalisti. Il magistrato ha riferito che Fandaj aveva attivato una nuova utenza telefonica il giorno prima dell'omicidio. "Si è avvicinato alla casa - ha aggiunto - con la bicicletta e non con la sua auto, probabilmente per non farsi riconoscere, e aveva un borsone dove nascondeva un martello con cui ha sfondato la porta a vetri laterale, due coltelli, e altri attrezzi da scasso, con un coltello simile a quello che è stato trovato in cucina, sporco di sangue, e che è l'arma del delitto. La vittima non solo è stata accoltellata ben sette volte in parti vitali, ma prima è stata anche picchiata perché al volto c'erano segni di percosse violente".

Il procuratore ha continuato: "Ci sono indizi gravi di un pericolo di fuga insito nel suo comportamento dopo l'omicidio e indubbi elementi di pericolosità sociale, per il fatto e la ferocia con cui ha agito". Il magistrato Marco Martani, descrivendo gli elementi che hanno portato all'arresto di Bujan Fandaj, accusato dell'omicidio di Vanessa Ballan, ha spiegato: "Ci aveva telefonato ieri sera, intorno alle 21, ammettendo il fatto e questo per noi ha valore confessorio. Aveva detto che si sarebbe costituito ai carabinieri di Riese, ma per noi era un tentativo di depistaggio. Aveva aggiunto che si trovava nei campi lì intorno, ma era in una zona diversa. I carabinieri non hanno mai cessato di sorvegliare l'abitazione con una pattuglia in borghese, e si sono accorti del suo rientro a casa in ora notturna e lo hanno sottoposto a fermo. Non si è detto disponibile all'interrogatorio del pm, ed è stato associato alla casa circondariale".

Le aggravanti

Rischia l'ergastolo Bujar Fandaj. Lo ha sottolineato il procuratore Martani al termine del colloquio con i giornalisti.

Nei suoi confronti la procura ipotizza i reati di omicidio volontario pluriaggravato dalla premeditazione, dai pregressi rapporti affettivi, dall'aver ucciso una donna incinta e al termine di atti di persecuzione. "Restando fermi questi elementi - ha concluso - la pena è l'ergastolo e viene precluso il ricorso al rito abbreviato".

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