![Maxiblitz antimafia a Palermo, 180 arresti. Boss guidò pestaggio in videocall dal carcere](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/11/1739260524-blitz-palermo-antimafia.jpg?_=1739260524)
Dalla scorsa notte è scattata una grande operazione antimafia dei carabinieri del comando provinciale di Palermo nei confronti dei mandamenti mafiosi di Palermo e provincia. Il blitz fa riferimento a diverse indagini coordinate dal procuratore Maurizio de Lucia, con l'ordine di eseguire 183 misure cautelari. In tutto impiegati 1.200 carabinieri.
L'operazione, che ha interessato anche altre città italiane, mira a disarticolare i mandamenti mafiosi della città di Palermo e provincia, in particolare quelli di "Porta Nuova", "Pagliarelli", "Tommaso Natale - San Lorenzo, "Santa Maria del Gesù" e "Bagheria".
Le persone finite in manette sono ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsioni, consumate o tentate, aggravate dal metodo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, favoreggiamento personale, reati in materia di armi, contro il patrimonio, la persona, esercizio abusivo del gioco d'azzardo, e altro.
Queste le città dove sono state eseguite le ordinanze di arresto: Palermo, Trapani, Catania, Reggio Calabria, Arezzo, Firenze, Milano e diverse carceri su tutto il territorio nazionale. I dettagli dell'operazione saranno resi noti in una conferenza stampa convocata al comando provinciale dell'Arma dal procuratore di Palermo a cui parteciperà anche il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo.
"Pestaggio guidato in videochiamata dal carcere"
Dalla cella del carcere dov'era detenuto un boss organizzò e guidò una spedizione punitiva contro un avversario colpevole di uno sgarro. Si tratta del capomafia del mandamento di Porta Nuova Calogero Lo Presti che dalla prigione scelse persino gli uomini che dovevano dare una lezione a Giuseppe Santoro. E volle persino assistere al pestaggio in videoconferenza, per affermare la propria leadership. Secondo i magistrati questa è l’ennesima dimostrazione di quanto gli istituti di pena in questo momento non garantiscano il necessario isolamento dei detenuti con il mondo esterno.
"Cosa nostra dialoga con canali innovativi"
"Cosa nostra sembra in fase di sommersione - ha detto il Procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia - ma in base ai molteplici provvedimenti dimostra che è particolarmente attiva e presente e dialoga con canali innovativi rispetto al passato".
"Bossi stufi della colletta per familiari detenuti"
La colletta mafiosa per le famiglie dei boss detenuti non piace a tutti in Cosa nostra. "Ma questo non è che ... gli pare che c’è ... la banca? Non è che, per dire, uno è impiegato all’Inps!", sbotta Francesco Mulè, reggente della famiglia di Palermo Centro, a proposito del mantenimento del carcerato Giovanni Castello. Nonostante questo le consegne di denaro vanno avanti costanti come, ad esempio, in favore dei capimafia detenuti del calibro di Giulio Caporrimo Salvatore e Sandro Lo Piccolo e la moglie Rosalia Di Trapani.
"Io so che Giulio è a posto, mio cugino Calogero è a posto, suo padre è a posto, lui è a posto - diceva uno degli indagati - Se mi porti questi cinquemila euro per Natale e io gli devo dare mille euro a Giulio, mille euro a mio cugino Calogero, mille euro a suo padre, mille euro a suo fratello e mille euro a mia cugina Rosalia che è con gli arresti domiciliari là sopra, glieli devo mettere dalla tasca io! A suo figlio già glieli ho mandati".
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