Migranti ingrati, lo schiaffo all'Italia che li accoglie: "Cibo immangiabile e la paghetta..."

La gratitudine per ricevere accoglienza in un Paese straniero non è un sentimento popolare tra i migranti: "Il cibo è immangiabile, la paghetta impossibile da avere"

Migranti ingrati, lo schiaffo all'Italia che li accoglie: "Cibo immangiabile e la paghetta..."
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Il sistema di accoglienza del Paese è stressato dai continui arrivi di migranti. Nonostante arrivino da irregolari nel nostro Paese, violando i confini italiani ed europei, tra di loro si lamentano dell’accoglienza italiana, non all’altezza delle aspettative maturate prima della partenza, che in parte alimentano il fenomeno migratorio. I trasferimenti da Lampedusa vengono effettuati a ritmo elevatissimo grazie al nuovo sistema di identificazione e fotosegnalamento improntato dalla questura di Agrigento e da lì i migranti vengono accompagnati nelle altre strutture disseminate in tutta Italia, spesso dopo un passaggio a Porto Empedocle.

Le lamentele sull’accoglienza italiana spaziano dal cibo, all’abbigliamento al pocket money, quota che si aggiunge a quanto l’Italia già spende per tutte le voci di vitto e di alloggio. “Per quanto riguarda la paghetta, (chiamata esattamente così dal migrante, ndr) il mese è finito e non abbiamo ricevuto i nostri soldi”, è la protesta di un migrante arrivato di recente in Italia, che abbiamo intercettato in uno dei tanti gruppi a loro disposizione. “Ogni giorno dicono che ce li danno il giorno dopo ma non succede mai. Il mese sta già finendo e non abbiamo ricevuto nulla dal mese precedente”, continua nella sua lamentela, che poi si conclude con una frase ambigua: “Qui non ci prendono sul serio”.

A supporto di questo migrante ne arriva un altro a tranquillizzarlo: “Abbi pazienza, te li daranno, è un tuo diritto. Ora sono in ferie e poi non tutti i centri sono uguali, per alcuni è più veloce e per altri più lento, ma tranquillo fratello”. E a dimostrazione di questo, un altro ha pubblicato uno scatto di diverse mazzette di banconote in tagli da 5, 10, 20 e 50, evidentemente destinati ai migranti per i 75 euro mensili di pocket money che però, a detta di un africano critico davanti a questa lamentela, “li fanno restare a braccia conserte fino a fine mese. Devono cercare lavoro per avere i soldi in tasca”. Ma non tutti la pensano in questo modo. “Una volta in Europa siete in paradiso, continuate a pretendere i soldi”, scrive un altro e non mancano nemmeno le accuse di razzismo al nostro Paese: "Forse sei in un centro razzista, vai alla Croce rossa nella tua località, ti aiuteranno”. O ancora: “Vai alla prefettura più vicina, se ne occuperanno loro

L’unica nota positiva nei racconti di queste persone, quindi è la diaria, pretesa e invocata: non la sicurezza, non lo sforzo che un Paese da solo è impegnato a fare per sostenere decine di migliaia di persone che ogni mese si riversano irregolarmente sul suo territorio, non l’accoglienza. Anzi, su questa sono soliti sputare, in particolare per quanto concerne il cibo e gli abiti che vengono consegnati. “Il cibo è immangiabile, la paghetta impossibile da avere”, scrive un migrante già arrivato in Italia, a cui però c’è chi replica: “Immangiabile? O sei un bugiardo o vuoi mangiare solo la semola con la salsa”.

Che dire, poi, degli abiti: “Abbiamo ricevuto un solo capo ma nelle carte che ci hanno dato c’è scritto che ne dobbiamo ricevere tre”. Pronta la replica di un subsahariano che desidera prendere il mare ma ancora non c’è riuscito: “Sei al riparo e nutrito. Ti hanno accolto. Ringrazia per tutti gli sforzi. Meritano un grazie speciale”.

Ma la gratitudine sembra distante da chi arriva in Italia con la certezza di avere, in questo modo, diritti acquisiti e di poter avanzare pretese, anche a causa del solito buonismo dell’accoglienza indiscriminata, che trasforma l’Italia nel Paese di Bengodi agli occhi di queste persone.

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