"Non andare in ospedale, non infamare". I consigli per la rivolta degli anarchici

Circola un volantino in cui viene spiegato come comportarsi durante le manifestazioni anarchiche per non farsi riconoscere e resistere alle forze dell'ordine

"Non andare in ospedale, non infamare". I consigli per la rivolta degli anarchici

Quanto accaduto a Torino potrebbe non rimanere un caso isolato. La guerriglia anarchica che ha messo a ferro fuoco la città lo scorso sabato potrebbe ripetersi anche in altre città: l'attenzione è alta nel Paese, il rischio eversione è elevato e quanto accaduto nel capoluogo piemontese preoccupa. I gruppi anarchici si stanno organizzando per nuove manifestazioni sull'onda delle parole di Alfredo Cospito, che ha chiesto di continuare la sua lotta.

Già il prossimo sabato sono previsti due grandi appuntamenti, uno a Milano e uno a Roma. Il primo, viene presentato come un "presidio dinamico" sulla Darsena del capoluogo lombardo, zona in cui per altro, si trova uno dei centri sociali più attivi, in cui spesso i manifestanti trovano riparo quando battono in ritirata. Il secondo, invece, è organizzato in piazza dell'Immacolata a Roma, quartiere San Lorenzo, zona altrettanto battuta dai centri sociali. Lo scopo di questa iniziativa è di "organizzare insieme un grande appuntamento di lotta in città".

È la parola "lotta", che rimbomba e risuona in moltissimi comunicati, a creare maggiore allarme. Ma non solo, perché in uno dei gruppi legati ai centri sociali e derivanti dai collettivi studenteschi è stato ribadito il protocollo per partecipare a queste manifestazioni. Un volantino intitolato "Consigli per la rivolta" in cui viene spiegato in che modo prendere parte ai cortei violenti. "Fotocopia, diffondi e distribuisci", si legge a piè di pagina. In mezzo, una guida illustrata in nove punti in cui vengono spiegate le più disparate "regole" di condotta.

Per ragioni di sicurezza non possiamo entrare nello specifico, ma oltre alle solite indicazioni su come travisarsi, non lasciare impronte e non dare elementi di riconoscimento alla polizia, viene suggerito di non effettuare video e foto durante il corteo per non agevolare i riconoscimenti e, ovviamente, di non effettuare condivisioni sui social. Si invita a non dare confidenza ai giornalisti per evitare riprese e foto e si chiede ai partecipanti di non andare in ospedale in caso di ferite. Inoltre, viene spiegato come sopportare gli effetti dei lacrimogeni impiegati dalla polizia per la dispersione dei manifestanti e come costruire barricate per rallentare l'avanzata degli agenti.

Ma c'è anche un passaggio in cui vengono dati consigli in caso di arresto: "Non infamare (scritto in maiuscolo, ndr). Non credere alla polizia, non parlare in questura. Se parli, in caso di processo, non riceverai sconti di pena". Il volantino non è firmato ma fa il paio con i consigli forniti solo poche settimane fa per compiere azioni contro le persone e sabotaggi. "Invitiamo compagne/i ad attrezzarsi (...) per i prossimi eventi di lotta.

La repressione si fa grave e pesante e gli sbirri aspettano soltanto l'occasione per farci del mare, come è accaduto in particolare in via Cecchi a Torino", si legge nel messaggio che accompagna il volantino. Poi, la chiusura inquietante: "Noi spacchiamo le vetrine, loro ci spaccano le teste. Chi sono i criminali?"

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