Pochi giorni fa, l'Ente nazionale per l'aviazione civile ha diramato una comunicazione con la quale ha interdetto gli aeroporti siciliani alla flotta aerea delle Ong. L'ordinanza, dal titolo "Interdizione all’operatività dei velivoli e delle imbarcazioni delle ONG sullo scenario del Mare Mediterraneo centrale" è stata resa immediatamente operativa da parte dell'Enac con valenza su tutto il territorio siciliano. "Chiunque effettua attività in ambito Search and Rescue al di fuori delle previsioni del quadro normativo vigente è punito con le sanzioni di cui al Codice della navigazione, nonché con l’adozione di ulteriori misure sanzionatorie quali il fermo amministrativo dell’aeromobile", si legge nel dispositivo. Ma le Ong, Sea-Watch in primis, hanno deciso per l'ennesima volta di sfidare il governo, facendo comunque partire i loro aerei.
Già dal giorno stesso in cui l'ordinanza è stata diramata, da Lampedusa ha preso il volo il velivolo Sea-Bird, un aereo utilizzato dalle Ong per la ricognizione, nelle disponibilità della tedesca Sea-Watch. Questo nonostante l'articolo 1 dell'ordinanza Enac espliciti in maniera chiara che chiunque violi le disposizioni rischia "le sanzioni di cui al Codice della navigazione, nonché con l’adozione di ulteriori misure sanzionatorie quali il fermo amministrativo dell’aeromobile". Eppure, ora che la multa è arrivata, com'era prevedibile, la Ong si lamenta. "Siamo stati sanzionati dal governo perché testimoniamo le violenze nel Mediterraneo. Non ci spaventano, continuiamo a volare", dicono. La solita parte vittimistica intrapresa dall'organizzazione, che ora dovrà pagare 2.064 euro all'Enac per l'infrazione.
Il quotidiano La Repubblica ha preso visione dell'ordinanza con la quale la Ong è stata multata e riferisce che sulla stessa è stato scritto che "l’autorità libica ha accertato che il velivolo ha comunicato ad una nave della medesima Ong si effettuare la procedura di recupero dei migranti in acque libiche". In sostanza, Sea Bird avrebbe dato indicazione a Sea Watch di recuperare un barchino in acque nazionali libiche secondo quanto riferiscono gli stessi nordafricani nella loro interlocuzione con Enac. L'Ente ha messo in pratica l'ordinanza secondo quanto comunicato in precedenza e alla Ong non resta che pagare.
Per altro, contestualmente alla comunicazione di aver ricevuto la multa, l'organizzazione tedesca (che riceve ingenti finanziamenti dalla Germania), ha nuovamente fatto appello alla società civile per ottenere nuove donazioni dai privati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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