"Non ho mai rilasciato interviste". La voce al telefono è stanca, lo sa anche lui. "Sto badando a mia madre, è in ospedale". Con Mirko Martini di Cigala è iniziata così, a luglio. Tre lunghe conversazioni telefoniche registrate, un’intervista fiume in vista di un’inchiesta sul rapporto tutto particolare tra Italia e Somalia. Pochi giorni prima, un’autobomba aveva ucciso Hashi Omar Hassan, il somalo prima condannato, poi scagionato e risarcito dallo Stato italiano dopo aver passato quasi due decenni in carcere con l’accusa di aver ucciso Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
Nasce da qui l’interesse per scavare ancora in un periodo particolarmente oscuro della nostra storia, un periodo che va dalla fine degli anni Ottanta alla metà dei Novanta, segnato da una lunga scia di morti che in comune hanno tutti una cosa: la Somalia, appunto. E Mirko Martini di Cigala il paese africano lo conosce molto bene. Arriviamo a lui dopo un percorso tortuoso e prima di riuscire a ottenere l’intervista passa un periodo di “studio”.
Ma chi è Mirko Martini di Cigala? Un imprenditore, un uomo di relazioni trasversali. Nel 1993 il suo nome filtra alla stampa per un’intricata vicenda legata a un traffico di titoli di credito della Somalia. Martini di Cigala, sospettato di essere uomo legato al Sismi e di essere coinvolto anche in traffici di armi e rifiuti tossici, finisce in carcere assieme ad altre persone. Il tutto si risolve con un’assoluzione, ma anni dopo, al principio del nuovo millennio, un pentito di ‘ndrangheta torna a tirarlo in ballo riguardo un traffico criminale di rifiuti radioattivi spediti via nave in Somalia tra gli anni Ottanta e Novanta, un traffico che legherebbe l'imprenditore anche alla morte di Alpi e Hrovatin. Ma anche in questo caso, nessuna prova a supporto. E il suo nome torna a insabbiarsi.
"Se vai a toccare quel tasto – dice riferendosi alla Somalia – ti fai molto male. Come è successo a me". Non importa, andiamo avanti. Ci sentiamo in tre riprese, il suo tono è educato, i ricordi si accavallano. Tante cose da dire, poco tempo a disposizione e la promessa di vedersi di persona per chiarire alcuni punti poco chiari. La lunga intervista finisce nel cassetto, in attesa di raccogliere altro materiale e di effettuare i dovuti riscontri. Ma poi accade qualcosa di imprevisto. "Conoscevi Mirko Martini di Cigala?".
È il messaggio WhatsApp di un noto faccendiere. "Perché 'conoscevi'?"è la risposta. Passano alcuni minuti, poi la notizia in qualche modo anticipata da quel verbo al passato: "È morto questa mattina". Era il 10 novembre.
La notizia è passata completamente sottotraccia, come sottotraccia è stata vissuta una vita densa di situazioni, intrecci e conoscenze enigmatiche destinate a rimanere tali.
Ci mettiamo subito in contatto con le persone a lui vicine per saperne di più. Riusciamo a parlare con il suo avvocato: "Era a casa con il Covid, ma stava bene". Secondo quanto riferitoci dalla legale, poche ore prima del ritrovamento si erano sentiti telefonicamente: "Mirko stava preparando la documentazione per una querela". Quale querela? Non è chiaro, ma sembra che l’innesco per iniziare a scavare nel suo archivio sia stata l’intervista di luglio: "Me ne aveva parlato, era rimasto molto soddisfatto. Da quel momento ha iniziato a raccogliere documenti".
Di cosa parlano questi documenti? Impossibile saperlo. Sembrerebbero spariti: "Nessuna traccia di documenti. E non si trovano più anche un telefono cellulare e un computer". La notizia ci lascia perplessi. Da quello che sappiamo, la casa era in ordine e la morte sarebbe sopravvenuta per un malore improvviso, ma ci sono ancora molte cose che non tornano: "Vogliamo vederci chiaro", chiosa l’avvocato.
Ecco per quale motivo abbiamo modificato il nostro piano di lavoro.
L’inchiesta sulla Somalia può attendere o forse è cominciata in modo del tutto inaspettato, ad ogni modo, abbiamo rispolverato l’intervista di luglio, dove ci sono alcune cose interessanti. E dal momento che per Mirko Martini di Cigala quell’occasione potrebbe aver significato qualcosa di importante, anche noi vogliamo vederci chiaro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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