
La tragedia del Monte Faito ha quattro indagati per atto dovuto. Si tratta di funzionari e dirigenti Eav, l'ente gestore dell'impianto di risalita che da Castellammare di Stabia collega il centro cittadino con il villaggio del Faito a quota 1131 metri. Sono stati resi noti anche i nomi dei soggetti iscritti nel registro degli indagati: Marco Imparato (responsabile esercizio e manutenzione della funivia), Pasquale Sposito (direttore operativo), Giancarlo Gattuso (dirigente infrastrutture) e Pasquale di Pace (capo impianto).
I reati contestati sono di disastro colposo e omicidio colposo plurimo, entrambi in concorso. È in piedi anche l'accusa di lesioni colpose con riferimento a Thabet Suliman, 23 anni, rimasto ferito e ancora ricoverato all'Ospedale del Mare di Napoli. È il fratello di una delle vittime, Janan. L'indagine come atto dovuto è necessaria per permettere la nomina di consulenti di parte in vista anche dell'esecuzione dell'autopsia sui corpi delle vittime, che dovrebbe essere svolta nella mattinata di giovedì 24 aprile. Loei Arafat, zio di Janan e Thabet, è arrivato nei giorni scorsi a Napoli, dove all'ospedale del mare è ricoverato il 23enne. "Siamo senza parole, è una tragedia", è stato il suo commento. Le condizioni del ragazzo sono ancora critiche e la prognosi resta riservata. È ancora in sedazione profonda, ed è stata rinviata a domani la prevista temporanea sospensione per procedere alla valutazione dell'obiettività neurologica. Ieri è stato sottoposto a intervento di chirurgia ortopedica e questa mattina a una tac cerebrale. "Il paziente resta stabile nella sua gravità", scrivono i medici nel bollettino diffuso oggi.
Il Comune di Castellammare di Stabia ha disposto lo sgombero di quattro abitazioni che si trovano sotto il tracciato della funivia, oltre a un'area di cantiere e due terrazzi di accesso ad altrettanti fabbricati, alla luce di un sopralluogo
tecnico dei Vigili del fuoco durante il quale è stato rilevato che i cavi in acciaio della funivia, attualmente privi di tensione meccanica e quindi non più ancorati, risultano potenzialmente soggetti a movimenti incontrollati.
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