C’è una vicenda che ha dell’incredibile. La racconta Giuseppe Cruciani perché stavolta è lui stesso oggetto della notizia, insieme a Roberto Vanncci. Dovete sapere che da settimane va avanti una sorta di scontro tra il giornalista e il militare contro chi vorrebbe impedire loro di parlare, siano essi centri sociali, esponenti green, animalisti o femministe. Qualcuno voleva addirittura costringere sia il generale che il conduttore della Zanzara a fare professione di antifascismo per poter affittare una sala a Vicenza, richiesta rispedita al mittente da entrambi senza tanti fronzoli.
"Vicenza merita di meglio - spiegavano in una nota i centri sociali - Vicenza non vuole dare spazio a chi inneggia all' odio, alla violenza e che promuove discriminazioni. ci rivolgiamo a chi crede in una città antifascista, antisessista e antimilitarista". Fatto sta che alla fine la presentazione del nuovo libro del soldato, in odor di candidatura alle Europee, si è tenuta il 23 marzo. Ma non sono mancate le sceneggiate. In città è stato organizzato un corteo dei "No-Vannacci" che ha raccolto l'adesione di una pletora di sigle: Coordinamento studentesco Vicenza, Adl Cobas, Caracol Olol Jackson, Wecome refugees vicenza, Cs Arcadia, Coordinamento studentesco altovicentino, Collettivo squeert. Non una di meno Treviso, Amie arrabbiate, Collettivo Artemisia, Non una di meno Venezia, Partito Comunista dei Lavoratori - Sezione di Vicenza, Fridays for future vicenza, Piano Infinito, Rifondazione comunista
Un gran minestrone che è riuscito a tirar fuori un coniglio dal cilindro: alcuni contestatori si sono improvvisati incursori, sono saliti su un gommone e hanno "assaltato" il luogo dove Vannacci e Cruciani dovevano parlare, violando le disposizioni della questura e aggirando il servizio d'ordine. Il teatro Astra infatti era blindato. “Siamo dei pirati - si sentono urlare nel video - i pirati odiano quel pazzo di Vannacci. I pirati non si fanno fermare dalla polizia”. Insomma: volevano cacciare il generale da Vicenza.
Sin qui, nulla di troppo strano: i centri sociali e simili non sono nuovi a queste intolleranze verso la libertà di espressione, basta vedere cosa successo al direttore Molinari a Napoli. “Sono loro i veri fascisti”, ribadisce giustamente Cruciani. Ma la vera notizia è un’altra: per permettere al generale e al giornalista di parlare, infatti, la Questura ha dovuto mobilitare un battaglione di agenti. “Centoventi poliziotti non erano impegnati a reprimere la criminalità o per provare a prendere qualche ladro - racconta il conduttore della Zanzara al Tavolo per due a Quarta Repubblica - ma per proteggere due signori che devono presentare un libro”. Uno spreco di risorse.
“Io ho un’alta considerazione di me, ma non tale da essere protetto. Però questi da giorni rompevano le scatole: siamo riusciti a mettere insieme quattro centri sociali, due associazioni femministe e gli animalisti”. Cruciani e Vannacci sono stati addirittura scortati. Vi pare normale?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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