Il "riconoscimento" avviene in una stanza appartata, prima dell'accesso in classe. Le studentesse islamiche alzano il velo integrale e una referente di sede dell'istituto superiore Sandro Pertini di Monfalcone si accerta che sotto quel tessuto coprente ci siano davvero le allieve iscritte ai corsi. Nella cittadina in provincia di Gorizia, diventata l'emblema di un'integrazione spesso impossibile, la procedura si è resa necessaria per aiutare i docenti a identificare alcune alunne musulmane che a lezione ci vanno con indosso il niqab. Il velo integrale che copre da capo a piedi.
A raccontare il fenomeno era stato proprio Il Giornale, che già nell'ottobre 2023 aveva raccolto la testimonianza del sindaco leghista Anna Maria Cisint sulla presenza di bambine in classe con il volto coperto, secondo i dettami dell'islam più ortodosso. Il divieto, emanato dal municipio, di frequentare gli edifici comunali con il viso coperto era stato in alcuni casi disatteso e così, come riporta il quotidiano Il Piccolo, un'ulteriore misura non codificata - ma adottata sul campo - verrebbe ora applicata all'istituto superiore Pertini. Al mattino, prima dell'ingresso in classe, le alunne (perlopiù bengalesi) che indossano il velo integrale vengono invitate a farsi identificare in una stanza appartata, lontano da sguardi che possano urtare la loro sensibilità religiosa.
Appare tuttavia chiaro che la suddetta pratica non possa essere considerata risolutiva rispetto a un tema che ancora continua a far discutere, non solo a Monfalcone. "Non c'è anticamera che tenga, il niqab a scuola è incompatibile con la nostra cultura. Non possono esserci negoziazioni, trattative, soluzioni intermedie. Il fondamentalismo islamico non deve entrare nelle aule nè, più in generale, varcare i nostri confini. Siamo i primi a rispettare le altre culture e le altre religioni, come peraltro sancito dalla Costituzione, ma qui stiamo andando oltre e quindi è giusto mettersi in una posizione di difesa", ha commentato il consigliere regionale di Forza Italia Roberto Novelli, invitando a "non sottovalutare o minimizzare" quanto avviene all'istituto Sandro Pertini di Monfalcone. "Se iniziamo ad abbassare la guardia - ha continuato l'esponente azzurro - sdoganiamo addirittura il niqab, che è la negazione della libertà".
Per la Lega, invece, serve con urgenza un divieto per la copertura integrale del volto. "Sono sempre di più e sempre più giovani le donne, le ragazze, che indossano il velo integrale e il caso della scuola di Monfalcone, a cui non attribuiamo alcune responsabilità, è solo il sintomo di un’evidente pratica dell’uso di indumenti e accessori che coprano interamente volto e corpo. Non è solo un tema di sicurezza, ma soprattutto di rispetto dei principi costituzionali e dignità della donna, è inaccettabile che lo Stato italiano accetti e faccia entrare nel nostro ordinamento, delle imposizioni culturali, che dietro la scusa della pratica religiosa, nascondono una pratica che limita le libertà delle donne e che è incompatibile con i principi fondamentali del nostro Paese", si legge in una nota del senatore Marco Dreosto, segretario regionale leghista in Friuli Venezia Giulia.
La Lega pochi giorni fa, proprio su questo tema, aveva depositato una proposta di legge al Parlamento atta a superare la vecchia legge del 75 sull'antiterrorismo, che - sostengono i leghisti - "non permette una piena attuazione del divieto di copertura del volto" a causa del concetto di "giustificato motivo". Per dare forza alla proposta del Carroccio, il capogruppo leghista in regione FVG, Calligaris, presenterà una mozione per chiedere alla Giunta e al Consiglio di esercitare le proprie prerogative per depositare la medesima legge alle Camere. Dal canto suo, invece, l’europarlamentare e sindaco Cisint ha scritto al Commissario europeo per l'eguaglianza Lahbib, affinché si adotti una legislazione uniforme per vietare l’uso del velo integrale nei luoghi pubblici in tutti i Paesi membri.
Intanto anche dal Pd arrivano considerazioni di buon senso: "Il volto coperto va inteso come un ostacolo alla piena ed effettiva integrazione, soprattutto all’interno di una scuola", ha affermato il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Diego Moretti, in una lettera inviata alla direttrice generale dell’Ufficio scolastico regionale. Del resto, le difficoltà di integrazione si sono già mostrate nei fatti; secondo quanto riporta Il Piccolo, ad esempio, alle superiori di Monfalcone i docenti hanno dovuto inventarsi degli adattamenti "islamicamente corretti" in base alle materie affrontate.
Per frequentare le lezioni di ginnastica - scrive il quotidiano locale - le alunne a volto coperto e tunica fino ai piedi indossano abiti alternativi a quelli tradizionalmente in uso; un'insegnante ha inoltre introdotto il badminton e qualcuno ha anche dispensato le ragazze dalla corsa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.