Negli aeroporti italiani decolla il caos

Rinvii, disagi e attese bloccano per 24 ore il traffico per Londra e Usa

Raffaella Scaglietta

da Roma

Disagi, lunghe attese, rinvii, e confusione per i passeggeri in partenza, ieri, per Londra e resto del mondo dagli aeroporti italiani. L’allarme rosso, innescato dal ministero dei Trasporti inglese, a poche ore dall’arresto di 21 persone pronte a dare il via a un attentato terroristico «chimico», senza precedenti, sui voli da Londra per gli Stati Uniti, ha bloccato le vie aeree italiane per quasi tutta la giornata. A Roma oltre 1.000 passeggeri a terra, voli cancellati in partenza e in arrivo. «Oggi non si parte per Londra» dichiarava a inizio giornata una hostess dell’Alitalia all’aeroporto di Fiumicino ai passeggeri venuti ignari allo scalo romano. Ma poi dopo un tentativo fallito di imbarcare su un unico volo i primi passeggeri della British Airways lasciati a terra, l’Alitalia è riuscita a far partire su due voli i passeggeri verso Heathrow, l’hub inglese sotto choc per allarme terrorismo chiuso al traffico internazionale fino a tardo pomeriggio.
Categorica invece la compagnia di volo inglese che informava: «Gentile cliente - si leggeva sul comunicato ufficiale della Ba - la informiamo che a causa di un grave problema di sicurezza verificatosi a Heathrow tutti i nostri voli odierni da e per il Regno Unito sono stati cancellati». Sul fronte della sicurezza a Fiumicino è stata intensificata la vigilanza. Dal mattino, la sala operativa della polizia è stata in stato di allerta. Cosi come i vertici delle compagnie di controllo aeroportuali. Ma la confusione, le poche informazioni ufficiali che trapelavano a chi aspettava pazientemente hanno dato da pensare ai viaggiatori, che nel corso della giornata, si sono organizzati da soli: «Sto aspettando che mi venga a prendere mio padre - racconta Rosita Saraceno, una giovane ricercatrice di 28 anni che stava andando a Boston per studiare presso il New England medical Center -: sono contenta che sia stato sventato il complotto perché io sarei dovuta partire su un volo per Boston - ha continuato la ricercatrice accompagnata da un’amica - ma dato che non conosco ancora la data della mia prossima partenza dovrò cancellare tutti gli impegni già presi a Boston».
«La British Airways non mi paga l’albergo e non c’è nessun risarcimento, quindi ho chiamato mio padre e ora ci viene a prendere». Relativamente serena era un’altra viaggiatrice americana, Kim Lindenbaum che stava tornando a casa a Denver, nel Colorado: «Sto aspettando da due ore in fila e non so ancora nulla, qui non c’è neanche internet e non posso neanche comprare una scheda telefonica per chiamare mio padre per informarlo del ritardo». «Non sono troppo preoccupata del viaggio - ha aggiunto invece Carol Lynn Shoaff, in volo per San Francisco -. La sicurezza adesso dovrebbe essere rafforzata. Ma qui non c’è neanche un centro di emergenza, non c’è un accesso a internet, è schifoso. Mi ricordo quando ci fu il terremoto di San Francisco nell’89, c’era un centro d’emergenza incredibile. Speriamo di partire presto...».
Decisamente più tranquillo il canadese di Vancouver David Crossen che ha appreso la notizia del blocco dell’aeroporto di Londra dalla Cnn: «Aspetto da tre ore in fila e non mi sanno dire nulla, ma se posso rimanere a Roma due giorni in più non è certo un problema».
La situazione è stata abbastanza tranquilla a Malpensa dopo la sospensione dei voli con solo qualche disagio e poche ripercussioni sul traffico aereo, inferiore al movimento aereo dell’aeroporto romano.

Aumentati i controlli e le misure di sicurezza a Bologna in direzione di Gatwick, il secondo aeroporto di Londra. Un volo cancellato a Pisa e traffico regolare da Firenze. Rafforzati anche i controlli, sui passeggeri, sui bagagli e sulle merci in arrivo e in partenza dal Falcone-Borsellino di Palermo.

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