Nella corsa truccata agli appalti anche sesso in cambio di favori

L’ordinanza del Gip: per chi pilotava le concessioni i premi erano benefit in denaro, auto di lusso, viaggi privati. E prestazioni fin troppo particolari

Roma Una «storia di ordinaria corruzione». Così definisce l’inchiesta della Procura di Firenze sugli appalti per alcune grandi opere il gip Rosario Lupo che ha mandato in carcere Angelo Balducci e Fabio De Santis (indagati in qualità di pubblici ufficiali operanti presso il Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del Consiglio dei ministri incaricati della gestione dei grandi eventi), Mauro Della Giovampaola (quale pubblico ufficiale operante all’interno della Struttura di missione relativa al grande evento-vertice G8 La Maddalena) e l’imprenditore romano Diego Anemone. Guido Bertolaso, invece, sarebbe finito sotto inchiesta per i suoi rapporti con Balducci e Anemone. In particolare perché sarebbe socio di un circolo sportivo romano di cui è presidente il figlio di Balducci, realizzato da una delle società dell’imprenditore arrestato.
Concessioni per lavori importanti in cambio di favori. Benefit di carattere economico anche di grande rilevanza patrimoniale, ma anche l’impegno a risolvere qualsiasi tipo di esigenza, anche la più banale, a chi si dava da fare per pilotare gli appalti, «tutti assegnati a società riferibili ad Anemome». È lungo l’elenco di favori riportati nelle 120 pagine dell’ordinanza: cellulari, l’utilizzo di personale di servizio, forniture di mobili, lavori di manutenzione e riparazione, auto lussuose, viaggi in aerei privati, abitazioni a disposizione, ma anche prestazioni sessuali a pagamento, di cui avrebbero usufruito De Santis e Della Giovampaola a Venezia e a Roma nel 2008. Balducci avrebbe ottenuto, su sua espressa richiesta, più soggiorni presso l’esclusivo hotel «Il Pellicano» di Porto Santo Stefano, ma anche l’assunzione di suo figlio Filippo e della sua compagna.
Le indagini, scrive il gip, «hanno permesso di accertare il totale ed incondizionato asservimento della pubblica funzione loro demandata». I reati sono maturati in un «sistema definito “gelatinoso” non dagli investigatori, ma da alcuni degli stessi protagonisti di questa inquietante vicenda di malaffare». È l’architetto Paolo Desideri a parlare di questo sistema di potere di cui le imprese devono tenere conto per ottenere i loro risultati: «Il mio ragionamento è questo - dice parlando con il collega fiorentino Marco Casamonti - loro evidentemente sono immersi in un liquido gelatinoso che dici giustamente te è al limite dello scandalo... bene... però non è che possono pretendere che quando da questo liquido gelatinoso emergono... e quindi il sistema di potere porta alla premialità per loro tutto questo va bene... quando questo non avviene tutto questo va male». «Ma “sistema gelatinoso“ - si legge nel provvedimento - non è l’unica definizione del Dipartimento in questione che si trae dalle “molto istruttive” conversazioni telefoniche intercettate. La struttura di cui fanno parte Balducci, De Santis e Della Giovampaola è più volte chiamata senza mezzi termini “cricca di banditi”, “banda di banditi, “task-force unita e compatta”, “squadra collaudatissima” “combriccola” e i suoi componenti “bulldozer”, “veri banditi”, “gente che ruba tutto il rubabile”, “persone da carcerare”».
Numerose le gare finite nel mirino della magistratura. Non solo quelle relative al G8 della Maddalena, ma anche i lavori per la ristrutturazione dello stadio centrale del tennis del Foro italico e quelli per la realizzazione del nuovo Museo dello sport italiano di Tor Vergata. Entrambi gli appalti rientrano nelle opere dei Mondiali di nuoto di Roma e furono assegnati a società riferibili ad Anemone. La corruzione viene inoltre contestata in relazione ad altri quattro appalti assegnati sempre a società dell’imprenditore romano. Tre sono relativi G8 a La Maddalena, il quarto è quello per l’esecuzione delle opere per il completamento dell’aeroporto internazionale dell’Umbria Sant’Egidio di Perugia, progetto che rientra fra quelli per le celebrazioni per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia.
Nelle intercettazioni telefoniche si parla di come «l’ingerenza della politica assuma toni vergognosi». A parlare questa volta è l’architetto Casamonti. «Io devo dire - afferma parlando con Desideri di un appalto per la realizzazione del Nuovo Teatro di Firenze - che l’Italia è un Paese dove effettivamente le cose non vanno per il verso giusto... ma questa è una condizione generale... oggi tocca a me e domani a te, cioè non vanno per il verso giusto perché l’ingerenza della politica assume toni vergognosi... secondo me... che esulano dalla qualità... anche la conduzione del ministero dei Lavori pubblici non è poi che sia così limpida». Nell’ordinanza si sottolinea come l’architetto Desideri lasci intendere che, a parte il ruolo dei progettisti, le imprese si devono «muovere» su un piano diverso per ottenere l’aggiudicazione dell’appalto, confermando la tesi del suo interlocutore circa il carattere di illegalità che permea l’intero sistema. Casamonti quindi insiste nell’indicare «come al limite dello scandalo - scrive il gip - il sistema di gestione degli appalti all’interno del ministero, che si fonda sul principio della turnazione». L’intercettazione infatti così prosegue: «È una situazione vergognosa quella delle imprese perché... anche come si sono mossi questi concorsi... onestamente... non è così limpido... al di là dei meriti... io esulo dal progetto... io ti ho fatto i complimenti... però non è limpido... non è limpido... cioè...

e c’è un sistema dentro il ministero dei Lavori pubblici... che secondo me sfiora lo scandalo... cioè questo dobbiamo dirlo perché... è vero... poi domani ci lavoro io... domani ci lavori tu... fa bene uguale...(ride)... però».

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