Nella sentenza Stasi ignorato il «ragionevole dubbio»

Gentile Biazzi Vergani, nei Paesi civili e democratici nessun imputato può essere condannato se non ritenuto colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio. Premesso che Stasi non mi è particolarmente simpatico e mi sembra un po' sfuggente - ma questo è un pregiudizio e non conta - se non si considera «ragionevole dubbio» la richiesta dell'accusa di rifare il processo per la inadeguatezza degli elementi di prova, cosa altro serve per non mandare in galera un cittadino? Ma in che mani o, meglio, teste siamo? Ed è la Cassazione, una specie di garante della correttezza dei processi e che fa giurisprudenza. Dio ce ne scampi da questa giustizia!Enrico VenturoliRoma

Caro Venturoli,la sua è un'interessante osservazione sul peso che potrebbe avere il parere del Pm nei più difficili e tormentati casi giudiziari.

Ma d'altra parte, se dovesse bastare questo parere, quale senso avrebbe il giudizio degli altri membri del collegio? Sul controverso caso Stasi ci hanno scritto molti altri lettori, fra i quali Francesco Buscaglione e Luigi Fassone, criticando l'operato della magistratura.

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