«Nessuna intesa all’orizzonte con la Bicocca»

da Shangai (Cina)

Michel Rollier, 63 anni, è il manager che lo scorso anno ha preso le redini della Michelin dopo la tragica scomparsa di Edouard, il giovane rampollo che ha fatto dell'azienda di famiglia il primo costruttore mondiale di pneumatici. Il Giornale lo ha incontrato a Shangai durante la nona edizione del Challenge Bibendum, l'evento mondiale sulla mobilità sostenibile fortemente voluto dal suo predecessore.
I temi ambientali riguardano anche i produttori di pneumatici. Per i prossimi anni sono attese norme sempre più restrittive: quanto incideranno sui costi e quindi sul prezzo finale delle gomme?
«Ci attendiamo un aumento dei costi, ma un impatto significativo l'avrà solo l'eliminazione degli oli aromatici dalle mescole, prevista per il 2010. Il problemi riguarda tutti, anche i nostri concorrenti. Dunque la sfida vera è fare pneumatici migliori».
In questo scenario, c’è chi sta valutando l'opportunità di dividere i costi di ricerca e sviluppo con altri produttori.
«La nostra scelta è chiara: andare avanti per conto nostro».
Eppure, nei giorni scorsi sono corse voci su colloqui per possibili alleanze con Pirelli.
«Ho grande rispetto per Pirelli, ma le nostre strade rimarranno separate. Da un'alleanza nessuno avrebbe da guadagnare».
Lo scorso anno, subito dopo aver preso le redini dell'azienda lei ha dichiarato che una priorità di Michelin era l'incremento dell’efficienza. A che punto siete?
«Abbiamo fatto progressi, sui versanti dei costi e dell’automazione dei processi. Ma nelle nostre fabbriche ci sono ancora margini di miglioramento. E dove non si portano a casa risultati non resta che chiudere. Come abbiamo deciso di fare in uno stabilimento francese, appena due settimane fa».
In proposito qualche preoccupazione c’è anche fra gli oltre 5mila dipendenti che avete in Italia…
«Non c'è nulla da temere. Nel vostro Paese è in corso una riorganizzazione delle competenze di ciascun impianto. Ciascuno ha obiettivi precisi da rispettare fino al 2010. Poi si vedrà».
Da anni puntate al traguardo del 10% di margine operativo. Quando ci riuscirete?
«Nel primo semestre siamo arrivati al 10,2%. Poi c'è stato un rallentamento. Ma chiuderemo il 2007 non lontani dall'obiettivo».


Dopo il ritiro, nessuna nostalgia per la Formula 1?
«Tanti rimpianti. Ma a noi piace la competizione. Non ci interessa il ruolo di fornitore unico. Perciò lasciamo anche i rally. Un compito nelle corse, comunque, l'abbiamo: tornare a vincere con le moto».

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