Un Bue sulla strada del Faraone. Milan-Arsenal è anche la sfida tra due dei talenti più fulgidi dell'attuale panorama calcistico europeo: il classe '92 Stefan El Shaarawy contro il '93 Alex Oxlade-Chamberlain. Quest'ultimo ribattezzato The Ox, il Bue, per la notevole fisicità, frutto di un'adolescenza trascorsa ad alternare calcio e rugby («i London Irish mi offrirono un provino», ricorda il ragazzo, «ma il Southampton bloccò tutto»). La struttura muscolare del ragazzo però non deve trarre in inganno, perché tecnica, cambio di passo e velocità sono di primissimo livello. Tanto che una vecchia volpe come Arsene Wenger non ha esitato a proporlo esterno sinistro nel 4-2-3-1, dopo che la stagione precedente aveva fatto i fuochi d'artificio in League One (la C inglese) guidando, da trequartista centrale, il Southampton alla promozione. Per lui 10 reti, 8 assist e l'inserimento nella top 11 di League One dell'anno.
Ox-Chamberlain sfugge ai cliché del talento tutto genio e sregolatezza alla Balotelli. Figlio dell'ex nazionale inglese Mark Chamberlain (che lo ha allenato nell'Academy dei Saints), il ragazzo è stato cresciuto con tutti i crismi, sia sportivi che educativi. E alla prima con i Gunners non ha fallito: tra il 20 e il 28 settembre arrivano le prime reti, una in Coppa di Lega allo Shrewsbury Town, la seconda in Champions League all'Olympiakos. Quest'ultima gli permette di diventare il più giovane marcatore inglese di sempre nella massima competizione europea, superando il compagno Theo Walcott, al quale è spesso accostato per origini calcistiche (Southampton) ed esplosività nello scatto. Ox-Chamberlain però difende meglio, anche perché non basta una spallata per spostarlo («prendete Wayne Rooney, mettetelo in fascia e avrete Alex Chamberlain», parola dell'ex Arsenal Adrian Clarke).
Un paio di settimane fa la nuova stella del calcio inglese ha fatto il botto anche in Premier League: doppietta nel 7-1 al Blackburn, ciliegina sulla torta di una prestazione da assoluto dominatore della fascia sinistra. La sfida al Faraone è stata lanciata. Anche se a raccoglierla, almeno in partenza, non ci sarà El Shaarawy ma Robinho.
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