«Il no all’Udc? È a garanzia di Silvio»

«Pronto? Sono Roberto Cota».
Ah, finalmente presidente, non ci speravamo più.
«Sono momentacci, gli impegni in Regione, la sera i comizi alle feste di partito...»
Fortuna che almeno a quella del Pd lì a Torino non l’hanno invitata, eh?
«Almeno quella me la sono risparmiata, sì».
E gliela fanno pure sotto le finestre dell’ufficio.
«La verità è che è stato un boomerang per loro. Non mi hanno invitato per la storia dei ricorsi al Tar, ma la gente è stufa di chi spera di tornare al potere avendo perso le elezioni. Infatti si sono spaccati».
E hanno perso gli altri ospiti di centrodestra.
«I ministri hanno tutti declinato l’invito».
Tutti tranne Galan.
«Ecco, Galan si domandi perché è l’unico fuori dal coro».
Ma dicevamo dei suoi impegni. Ci mancava il vertice con Berlusconi e Bossi a villa Campari, mezza giornata per decidere di «tirare a Campari».
«Veramente con la Lega al governo non si tira a campare: siamo garanzia del fatto che non si governa per il potere, ma per fare le riforme».
Sì, però voi avete fatto un passo indietro sul ritorno alle urne, e Berlusconi ne ha fatto uno indietro sull’alleanza con l’Udc.
«Non parlerei di passi indietro, quando si trova un accordo è perché si è sulle stesse posizioni».
Il risultato non cambia: senza l’Udc in Parlamento rischiate il logoramento, dopo lo strappo di Fini.
«Eh, ma non c’era altra via. Imbarcare l’Udc senza passare dal voto vorrebbe dire tradire gli elettori, che hanno dato un mandato chiaro a Lega e Pdl per governare, e l’Udc l’hanno voluta all’opposizione».
Però i voti dei centristi sui 5 punti necessari alla fiducia li prenderete volentieri, se arriveranno...
«Intanto per la fiducia saranno necessari i voti di tutti coloro che fanno parte della maggioranza uscita dalle urne. Poi, un conto è la maggioranza politica, quella che tiene in piedi il governo, altra cosa è la maggioranza che si crea di volta in volta sui singoli provvedimenti».
Berlusconi ha provato a convincervi?
«Veramente abbiamo convenuto che se non c’è la maggioranza, si va a votare, perché i pasticci non sono ammessi. Perché vede, oggi si fa un pasticcio in maggioranza, e allora magari domani si fa un governo tecnico».
Avete vinto voi.
«Abbiamo vinto tutti. Stabilire che non si fanno pasticci va a garanzia delle nostre posizioni, certo, ma anche di Berlusconi: finché c’è l’alleanza con Bossi, il premier sa che nessuno potrà cercare di farlo fuori».
Nessuno tranne voi, certo.
«Prego?».
Dicono i finiani che il premier non è da loro che si deve guardare, ma dall’asse Bossi-Tremonti.
«Intanto vorrei far notare che se c’è qualcuno che ha denunciato un tentativo sotterraneo di eliminare Berlusconi, quello è stato il ministro Maroni, uno che fa analisi precise e non parla mai a vanvera».
I dietrologi dicono che...
«E va bene, allora parliamo di Tremonti?»
Al Pd piacerebbe che facesse il «premier tecnico».
«Tremonti è amico di Berlusconi, gli vuole bene. Ed è amico di Bossi, gli vuole bene. Bossi e Berlusconi sono alleati e hanno un rapporto personale saldissimo».
Quindi?
«Il resto è fanta-fanta-fantapolitica».
La Lega potrebbe fare da ponte con il Fli di Fini, e ritagliarsi un ruolo di mediazione, magari in nome del federalismo?
«Ognuno farà la sua parte, noi come sempre faremo la nostra affinché il governo possa andare avanti. Se faremo anche qui un buon lavoro sarà utile a tutti».
Riassuma i prossimi mesi.
«Voteremo la fiducia, poi andremo avanti sui cinque punti. Se ci sarà la maggioranza, bene, altrimenti non siamo disponibili a pasticci tipo l’ingresso dell’Udc».
Il governatore della Lombardia Formigoni auspica un accordo con l’Udc alle Comunali di marzo.


«In Piemonte si sono schierati con Mercedes Bresso, alla quale prima facevano opposizione, solo per una questione di poltrone. E sono nella partita dei ricorsi contro di me».
Parrebbe un no, eh?
«Certe cose pesano come macigni».

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