Il no dei medici ferma le esecuzioni in California

Mariuccia Chiantaretto

da Washington

Michael Morales, il condannato a morte che nelle ultime 48 ore è sfuggito a due appuntamenti con il boia, vivrà almeno ancora per qualche tempo e potrebbe diventare il simbolo della battaglia per l'abolizione di esecuzioni capitali «crudeli ed assurdamente dolorose». Il rinvio a tempo indeterminato dell'esecuzione nel penitenziario di San Quintino in California di questo quarantaseienne che stuprò e uccise a martellate una diciassettenne, è il risultato di un braccio di ferro fra i responsabili della prigione e il giudice della corte d'appello Jeremy Fogel.
Due ore prima della nuova esecuzione, fissata per martedì alle 19,30 ora locale (le 4,30 di mercoledì mattina in Italia), i responsabili del penitenziario si sono resi conto di non essere in grado di rispettare le condizioni poste nel pomeriggio dal giudice Fogel. In un primo tempo l'esecuzione di Morales avrebbe dovuto avvenire a mezzanotte di lunedì. Era stata però rinviata di 20 ore perché i due anestesisti convocati per assistere il condannato si erano rifiutati di intervenire con una seconda anestesia se Morales, scosso dal dolore, si fosse risvegliato. La procedura prevedeva infatti che il boia somministrasse al condannato anestetizzato un'iniezione composta da tre medicine dolorosissime che l'avrebbero ucciso nel giro di dieci minuti.
Martedì pomeriggio il giudice Fogel è stato avvertito dal penitenziario che Morales sarebbe stato messo a morte non più col cocktail di medicine, ma con il solo sodium pentotal, non doloroso, che però impiega fino a 45 minuti per avere l'effetto letale. Il magistrato ha imposto allora una nuova procedura. Il liquido doveva essere inserito direttamente nella vena nel condannato con una siringa e non attraverso il tubo di una flebo posta al di fuori della camera della morte. Con questo sistema la mano che avrebbe tolto la vita a Morales doveva essere quella di un medico o quanto meno un infermiere professionale. La persona incaricata dell'iniezione avrebbe dovuto, secondo le direttive del giudice Fogel, entrare nella camera della morte con il condannato e vestire abiti appropriati per proteggere la propria identità.
«Nessun dottore avrebbe mai accettato di entrare nella camera della morte e somministrare il pentotal - ha spiegato l'avvocato Dane Gillett, coordinatore per le esecuzioni capitali dello Stato della California -: si tratta di una richiesta che va ben oltre i limiti dell'etica professionale».
Gillett ha poi spiegato che le infermiere ed alcuni tecnici di St Quentin sono in possesso del diploma che li abilita a praticare iniezioni endovenose ma che la direzione del penitenziario non si è sentita di chiedere ai dipendenti di esporsi su una procedura così controversa. Secondo la legge della California lo Stato non può infatti ordinare ai suoi dipendenti di prendere parte a un'esecuzione capitale.
Per mancanza di volontari, due ore prima dell'esecuzione i responsabili della prigione di San Quintino hanno annullato i preparativi. Gli avvocati del penitenziario hanno anche presentato domanda in tribunale per reintrodurre la procedura usata nelle ultime 11 esecuzioni in California. Si tratta del tristemente famoso e dolorosissimo cocktail di farmaci che provoca la morte in circa dieci minuti, composto da sodium pentotal per assopire il condannato, dal pavulon per bloccare i muscoli e impedire la respirazione e dal cloruro di potassio per arrestare i battiti cardiaci. Questa richiesta non verrà esaminata dal giudice Fogel prima del 2 maggio e nulla lascia prevedere che venga accolta. E dello stesso argomento si occuperà anche la Corte Suprema Usa a Washington. Nel frattempo la California, che ha il braccio della morte più affollato d’America, ha deciso si sospendere tutte le esecuzioni.
La mamma di Terri Winchell, la ragazzina uccisa da Morales, ha pianto tutta la sera. «Per me - ha spiegato - l'annuncio è stato un pugno nello stomaco. Sono devastata ed arrabbiata.

Ho passato 25 anni in attesa e non capisco perché devo attendere ancora. La mia bella bambina ha sofferto pene dell'inferno e giace in una fossa dal 1981. Tutti però si commuovono per non far soffrire il mostro che l'ha seviziata».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica