«Noi, convertiti al cristianesimo da adulti»

«La vostra vita non sarà più quella di prima». Con queste parole il cardinale Dionigi Tettamanzi ha salutato i 130 nuovi catecumeni, tutti giovani fra i 18 e i 30 anni, che si preparano al percorso verso il battesimo. Nella basilica di Sant’Ambrogio si sono riuniti per la celebrazione assieme ai loro padrini e alle loro madrine. Tanti gli stranieri, in tutto 86, originari soprattutto di Albania, Costa d’Avorio, Perù, Cuba e Cina. Ognuno di loro arriva da un percorso diverso: qualcuno non era credente, qualcun altro praticava un’altra religione. Qualcuno si è avvicinato alla Chiesa dopo un grosso dolore, altri perché sentivano che nella loro vita «mancava qualcosa». Tutti a Pasqua verranno battezzati. «Ricevere il battesimo da adulti - racconta una catechista, madrina di Stefanie, una neo cattolica proveniente dal Camerun - ha un valore aggiunto perché è una scelta presa con il cuore ma anche con la testa. È una decisione più consapevole. Ho affiancato Stefanie nel suo percorso verso Dio e l’ho vista rifiorire». Tanti giovani infatti hanno deciso di diventare cristiani dopo aver letto le sacre scritture, dopo aver studiato la Bibbia e scoperto la vita di Gesù. «Il Signore - spiega il cardinale - vi ha condotto verso la luce e vi porterà verso la libertà, strappandovi dalle tenebre. Vi preparate a far parte della stirpe eletta».
I giovani vivranno la Quaresima come un percorso di preparazione al battesimo di Pasqua e il 27 marzo riceveranno il Credo, «simbolo della nostra fede». Secondo la dottrina cristiana, il catecumeno diventa un «eletto» dopo una fase di accoglienza e annuncio per cui viene ritenuto idoneo a ricevere il battesimo. A «garantire» per i futuri cristiani, il gruppo di padrini e madrine.

Qualcuno di loro ha fatto fatica a leggere quanto scritto nei libriccini distribuiti in chiesa ma tutti, proprio tutti, si sono commossi nell’assistere al passo verso la Chiesa dei battesimandi. Alla fine della cerimonia, ogni giovane si è avvicinato al cardinale Tettamanzi per salutarlo e per ricevere la prima croce cattolica della loro «carriera» da cristiani.

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