Non fare come la Grecia, evitiamo i loro errori

Dobbiamo dimostrare di essere poli­ticamente uniti contro un nemico co­mune quanto misterioso. E il Colle si appella anche all'opposizione: pensate al Paese

Non fare come la Grecia, evitiamo i loro errori

Per non fare la fine della Grecia è indi­spensabile non comportarsi come la Grecia. Cioè dimostrare di essere poli­ticamente uniti contro un nemico co­mune quanto misterioso (la speculazione finan­­ziaria), cioè avere parti sociali (sindacati in pri­mis) che non alzano muri per impedire riforme salvifiche. Dopo la terribile giornata di ieri (borsa a -6,8 per cento, in linea con il resto d’Europa, spread oltre i 430 punti), è chiaro che se non si rea­gisce in modo straordinario non ci saranno né vinti né vincitori perché ad affondare non sarà la maggioranza ma l’intero Paese.

Berlusconi ha anticipato il ritorno a Roma per consultazioni a livello internazionale e interno, le stesse messe in atto dal presidente Napolitano. Che in serata ha diramato un comunicato che sa di ultimatum per tutti. In sintesi: il governo renda immediata­mente esecutivi i provvedimenti contenuti nella lettera d’intenti già recapitata all’Europa,l’oppo­sizione collabori per approvarle. Ed è proprio quest’ultima la vera novità della giornata. Per il Colle gli interessi del Paese devono venire prima dei calcoli politici per disarcionare Berlusconi. Insomma, basta giochi di palazzo, il tempo è sca­duto. Oggi qualcuno parlerà di un governo commissariato dal Quirinale. Non è così, semmai il Colle sta commissariando un’opposizione irresponsabile che minaccia di non o­norare gli impegni presi con l’Europa pur dimettere in difficoltà la maggioranza. Anche perché non si capisce il senso di cambiare ungoverno per insediarne un altro, in gergo di larghe intese, che dovrebbe fare esatta­mente le stesse cose se non addirittura di più du­re. Chi è davvero con le spalle al muro è Bersani: se non otterrà lo scalpo del premier nelle prossi­me ore dovrà scegliere se contribuire a salvare l’Italia o mettersi dalla parte degli speculatori.

Detto questo è ovvio che il destino del governo resta prima di tutto nelle mani della maggioran­za che dovrà garantire la sua autosufficienza. Nel­le occasioni che contano la cosa è sempre avve­nuta ma la paura di un incidente provocato ad ar­te c’è. Ed è un paradosso, alla luce del risultato del tesseramento Pdl.

Ieri il segretario Alfano ha annunciato che è stata superata quota un milio­ne e duecentomila, un record che riporta agli an­ni d’oro della Dc e del Pci, una dimostrazione di fiducia e affetto ancora forti nei confronti di Ber­lusconi. Che in sette giorni, tra Consiglio dei ministri straordinario, vertice del G20 e votazioni in aula si gioca tutto, ma proprio tutto. Auguri.

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