La nuova dama di Valentino è il lato bianco della luna

da Parigi

Da donna a donna con quel misto di consapevolezza e complicità che porta lo spirito femminile al centro del mondo contemporaneo. La prima collezione couture di Valentino disegnata da Alessandra Facchinetti era esattamente così: una superba prova d’eleganza e modernità per proiettare la luce migliore sull’altra faccia della Luna.
Nella sfilata andata in scena ieri sera in Place Vendome, storica sede parigina della maison, c’era davvero qualcosa di lunare a cominciare dal primo capo in passerella: uno straordinario tailleur bianco con la gonna tondeggiante come l’astro della notte in forma piena ma nell’architettonica visione delle sculture di Henry Moore. L’unica decorazione a parte il taglio così perfetto da rasentare il sublime, era un bottone-gioiello che nel metallo riprende l’altero plissé delle gorgiere dipinte a suo tempo da Anton Van Dyck. Trasformato poi in braccialetti e collier che le miliardarie clienti dell’alta moda potranno ordinare anche in platino, quest’educata teoria di pieghe rigide diventa poi una lunga frangia sull’abito da sera azzurro-opale oppure una grande fibbia sulle scarpe di satin. Stiamo comunque parlando solo di una delle tante decorazioni nuove create dall’adorabile ragazza di Bergamo che a soli 35 anni sta traghettando con meritato successo il mitico marchio nel terzo millennio. Invece dei soliti ricami lussuosi compaiono piccole perle coperte di lana applicate a profusione su un indimenticabile vestito a bustier nei toni iridescenti che assume il verde colpito dai raggi lunari. Mentre la leggera spruzzatura d’argento sulle piegoline candide di un modello lungo fino ai piedi come la sfumatura violacea sui geometrici fiori d’organza del miniabito rosso geranio è stata applicata a spruzzo aspirando il colore da una cannuccia e poi soffiando con l’estrema delicatezza di una bocca innamorata. Il filo conduttore dei 36 capi della collezione couture del prossimo inverno resta l’estrema purezza delle forme che perfino nel cappottino in visone rasato riportano al cerchio della Luna. «È il simbolo del femminile persino in astrologia - spiega Alessandra - e lavorando nell’atelier di piazza Mignanelli a Roma dove ci sono 50 sarte eccezionali ho capito cosa rende tanto speciale la couture: i capi vengono seguiti come bambini da allevare, li vedi crescere giorno per giorno verso un ideale di perfezione. Questo lavoro tra donne mi è piaciuto da morire, sono stata portata con calma e serenità alle radici di quel che ha fatto in tanti anni Valentino».
Dopo esser stata baciata da Armani in prima fila ad applaudire la giovane collega, Alessandra è corsa dalle «sue» sarte trovando conferma in tanti occhi lucidi e al tempo stesso sorridenti della riuscita di questa mission impossible. La Facchinetti da ieri sera è l’unica donna capace di atterrare sul pianeta della couture che secondo Armani oggi è dominato dagli uomini. «Sono contento di questo successo - dice Re Giorgio - l’occhio femminile è molto importante nell’alta moda perché noi stilisti troppo spesso pensiamo alla donna ideale, mentre le donne sono necessariamente portate a lavorare su quella reale».

Esemplare in questo senso anche la bella collezione che quel genio di Jean Paul Gaultier ha dedicato alla gabbia in stecche di balena che regge l’ampiezza delle gonne a crinolina. Nelle sue mani questo autentico strumento di tortura diventa cappa, blouson, fondo dell’abito e perfino pelliccia.

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